
Vari tipi di diete, come quelle a basso contenuto calorico o che guidano al digiuno, possono aiutare a ritardare la crescita di un tumore e aumentare l’effetto dei farmaci chemioterapici. Uno dei punti fondamentali del cancro è un metabolismo dei lipidi alterato. Quest’ultime sono molecole complesse con ruoli importanti come componente strutturale delle membrane oppure fungono da fonte d’energia o come molecola di segnalazione.
Un nuovo studio ha suggerito che l’istituzione delle celle tumorali e la loro rapida proliferazione sono supportate dalla sintesi e dall’assorbimento dei lipidi. Uno squilibrio lipidico influenza le diverse fasi della malattia. La restrizione calorica a lungo termine non è fattibile per le persone che stanno subendo terapie chemioterapiche, poiché porta ad una perdita di peso e della massa magra.
Lo squilibrio lipidico porta a rallentare la crescita di un tumore
I tumori richiedono sostanze e fonti di energia per crescere; solitamente le celle tumorali idrolizzano il glucosio attraverso il trattamento di glicolisi per ottenere una buona fonte di energia. Questo trattamento richiede una reazione aerobica e quindi una buona fonte d’ossigeno. La nuova scoperta di questo meccanismo molecolare non solo affama il tumore tagliando gli zuccheri, ma ne rallenta proprio la proliferazione. Lo studio aiuta a comprendere il modo in cui una dieta, quindi l’alimentazione stessa, influenza l’evoluzione della malattia, indicando nuovi bersagli molecolari per lo sviluppo di nuovi farmaci che possano imitare la stessa azione.
Proprio perché le cellule tumorali consumano grandi quantità di zucchero per crescere, i ricercatori hanno cercato di capire se la loro crescita potesse essere rallentata attraverso due diete a basso contenuto di zucchero: una ipocalorica e una chetogenica. La sperimentazione in laboratorio sui roditori con tumore al pancreas ha dimostrato che la restrizione di calorie ha un maggior effetto sulla malattia.
Entrambe le diete hanno dimostrato di ridurre la produzione di acidi grassi monoinsaturi all’interno della cellula, inibendo l’attività dell’enzima Stearoyl-CoA desaturasi. Con la dieta chetogenica però la cellula riesce a controbilanciare la perdita, importando acidi grassi dall’esterno, mentre con la dieta ipocalorica non riesce a rifornirsi.
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