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Ricercatori dell’Istituto di scienze integrate del materiale cellulare (iCeMS) dell’Università di Kyoto, in Giappone, hanno rivelato i meccanismi molecolari coinvolti nell’eliminazione di cellule indesiderate dal corpo. Un frammento di proteina nucleare rilasciato nel citoplasma attiva una proteina della membrana plasmatica per visualizzare un lipide sulla superficie della cellula, segnalando ad altre cellule di sbarazzarsene.

Ogni giorno, 10 miliardi di cellule muoiono e vengono inghiottite da cellule del sangue chiamate fagociti. Se ciò non accadesse, le cellule morte scoppierebbero, innescando una reazione autoimmune”, spiega il biochimico Jun Suzuki, che ha guidato lo studio. “È importante capire come le cellule morte vengono eliminate come parte del mantenimento del nostro corpo“.

Gli scienziati sanno che le cellule morte sembrano avvisare di essere “mangiate”, quasi un segnale sulla loro superficie che viene riconosciuto dai fagociti. Durante questo processo, i lipidi vengono trasferiti tra la parte interna ed esterna della membrana cellulare attraverso una varietà di proteine. Suzuki e il suo team hanno già identificato molte di queste proteine, ma alcuni dei loro meccanismi di attivazione non erano chiari.

 

Attivazione specifica

Per risolvere questo problema, il team ha utilizzato una serie di approcci di screening per studiare la proteina codificante chiamata Xkr4. L’obiettivo generale era quello di identificare i geni attivi durante la morte cellulare e analizzare Xkr4 e le sue proteine ​​associate per capire come si verifica questa interazione. “Abbiamo scoperto che un frammento di proteina nucleare attiva Xkr4 per visualizzare il segnale” mangiami “ai fagociti“, ha detto Masahiro Maruoka, biologo cellulare iCeMS e primo autore dello studio.

Xkr4 è solo una delle proteine ​​”rimescolanti”. Altri si attivano molto più rapidamente durante la morte cellulare. Il team ora vuole capire quando e perché il percorso di Xkr4 è specificamente attivato. Poiché è fortemente espresso nel cervello, è probabilmente importante per il suo funzionamento.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Molecular Cell.