Covid-19 Apple Watch
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Una delle novità che riguarda il Covid-19 arriva dall’azienda di telefonia Apple; un sensore verrà incrementato negli smartwatch omonimi. Il nuovo sensore attraverso luci infrarossi dovrebbe riuscire a misurare l’ossigeno nel sangue in una frazione di secondi. Attualmente tutto ciò è in fase di studio poiché si sta cercando di capire se i dispositivi Apple siano in grado di captare anche altre malattie respiratorie, come il Covid-19.

Il team di ricercatori ha iniziato ad accettare volontari per lo studio sull’area di Seattle e capire se tutto ciò sia realmente possibile. Precedentemente era già stato dimostrato che l’Apple Watch sia in grado di rilevare piccoli cambiamenti cardiaci in un paziente che potrebbe contrarre il Covid-19 giorni prima che si manifestino i sintomi.

 

Covid-19, l’Apple Watch potrà rilevare il virus

L’obiettivo è quello di cercare di prevenire l’infezione ancora prima che questa si manifesta. Lo studio ha analizzato una metrica chiamata variabilità della frequenza cardiaca, la variazione nel tempo tra ogni battito cardiaco, che è anche una misura del funzionamento del sistema immunitario di una persona. I marcatori di variabilità della frequenza cardiaca cambiano con lo sviluppo dell’infiammazione nel corpo, e il Covid-19 è un evento incredibilmente infiammatorio.

Ogni volontario partecipante allo studio riceverà uno smartwatch che dovrà indossare giorno e notte per un massimo di sei mesi. Dovrà compilare sondaggi settimanali nell’app Apple Research sul proprio iPhone, ma coloro che si ammaleranno riceveranno un test con tampone nasale a casa e una richiesta di fornire più dati sanitari. Ovviamente le informazioni e i dati sensibili rimangono anonimi, come in molti studi.

 

I cambiamenti cardiaci possono essere un segnale d’allarme

Le caratteristiche principali che il volontario deve avere sono: vivere a Seattle, avere almeno un iPhone 6s e avere almeno 22 anni. Come già detto sopra un Apple Watch è in grado di segnalare dei piccoli cambiamenti cardiaci, uno degli allarmi per capire se si ha il Covid-19. L’81% dei partecipanti positivi al coronavirus ha sperimentato cambiamenti nella frequenza cardiaca a riposo fino a nove giorni e mezzo prima. alla comparsa dei sintomi. Una frequenza cardiaca estremamente elevata era indicativa dell’insorgenza dei sintomi.

Il team ha creato un sistema di allarme che avvisa i portatori che la loro frequenza cardiaca è stata elevata per un periodo di tempo prolungato. Hanno impostato l’allarme con una certa sensibilità in modo che scatti ogni due mesi circa. Le fluttuazioni regolari non faranno scattare l’allarme, ma solo i cambiamenti significativi e prolungati lo faranno. Questa tecnologia consente di tracciare e prevedere i risultati di salute, ma anche di intervenire in modo tempestivo e remoto.

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