Sindrome ovaio policistico cibi
Foto di Steve Buissinne da Pixabay

La sindrome dell’ovaio policistico, o più comunemente conosciuta come policistosi ovarica, è una condizione clinica molto comune con una prevalenza del 5-10% in donne in età fertile. È un disturbo ormonale che causa ovaie ingrossate con piccole cisti intorno. È inoltre una malattia metabolica che coinvolge sia l’insulina e il metabolismo.

Bisogna precisare che esiste una grossa variabilità di sintomi tra una paziente e l’altra: si va da condizioni poco sintomatiche, con sole alterazioni del ciclo mestruale, sino a situazioni in cui si possono avere contemporaneamente amenorrea, irsutismo ed obesità con grave compromissione della qualità della vita. Essendo una condizione che al momento non può essere curata, una dieta sana ed equilibrata è la soluzione plausibile per affrontare la gravità della sindrome.

 

Sindrome dell’ovaio policistico, quali sono i cibi da evitare?

Generalmente, l’insorgenza della malattia è in epoca adolescenziale, anche se la diagnosi può essere posta, nelle forme meno gravi, intorno ai 30 anni, proprio indagando sulle cause d’infertilità. La causa è multifattoriale e in parte ancora sconosciuta. E’ stato osservato che nelle donne con ovaio policistico si riscontrano spesso anche alti livelli di insulina nel sangue e una ridotta risposta dei tessuti all’insulina. Quest’ultima potrebbe alterare il funzionamento ovarico, oltre al fatto che contribuisce a determinare l’insorgenza dell’obesità e la difficoltà a combatterla.

Tutte le conseguenze metaboliche presenti nelle donne affette da policistosi ovarica sono simili a quelle dei pazienti affetti da sindrome metabolica che è notoriamente una situazione clinica predisponente a malattia cardiovascolare. La dieta e l’attività fisica svolgono un ruolo importante nel trattamento dell’insulino resistenza. 
Nelle donne obese o sovrappeso, si mira a una riduzione del 5-10% del peso corporeo e al mantenimento a lungo termine del peso raggiunto.

È importante impostare una dieta a indice glicemico controllato. L’indice glicemico indica la velocità con la quale la glicemia si innalza a seguito dell’assunzione di un alimento. Quindi quali sono i cibi che dovremmo evitare se soffriamo di questa sindrome? Come prima cosa dobbiamo cercare di evitare l’assunzione di carboidrati, specialmente quelli raffinati, come pane bianco, muffin, pasticcini per la colazione, dolci zuccherati e qualsiasi cosa fatta con farina bianca.

 

Carboidrati raffinati e olio di semi

Questi alimenti causano infiammazione e aggravano la resistenza all’insulina. Dovrebbero quindi essere evitati o limitati in modo significativo per controllare i sintomi della PCOS. Essendo lo zucchero un carboidrato dovrebbe essere evitato dove possibile. Anche le bibite zuccherate sono da togliere assolutamente, in quanto lo zucchero interrompe un equilibrio ormonale nel corpo.

Un terzo cibo da evitare è l’olio di semi, spesso usato in molti ristoranti e in molti alimenti trasformati. Questi tipi di oli non sono salutari a causa dei grassi omega 6 che possono causare infiammazioni. L’infiammazione è una delle principali cause di problemi di insulina, squilibrio ormonale e PCOS. Possiamo cucinare con olio di cocco, olio d’oliva o burro chiarificato a casa.

 

Grassi e caffeina

I grassi solidi cosi come la margarina, il grasso e lo strutto andrebbero evitati in quanto non sono salutari per il nostro organismo. Questi grassi portano ad un’infiammazione dannosa per chi soffre di ovaio policistico. Anche la carne rossa, che contiene grassi saturi, può contribuire all’aumento di peso. In particolare bistecche, hamburger e carne di maiale dovrebbero essere evitati ove possibile.

La caffeina può aumentare gli ormoni dello stress che a loro volta aumentano i livelli di insulina. Abituarsi al caffè riduce la sensibilità all’insulina, rendendo più difficile la regolazione dei livelli di zucchero nel sangue. L’acidità del caffè provoca disturbi digestivi, indigestione, bruciore di stomaco e squilibri nel microbioma intestinale. La caffeina può anche disturbare il sonno e favorire l’ansia.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay