![Alzheimer bocca](https://infinitynews.it/wp-content/uploads/2022/11/teeth-414489_1280-1.jpg)
In questi ultimi anni sempre più studi hanno suggerito e sostenuto un’ipotesi preoccupante: l’Alzheimer non è solo una malattia, ma è un’infezione. Mentre i meccanismi esatti di questa infezione sono qualcosa che i ricercatori stanno ancora cercando di isolare e capire, numerosi studi suggeriscono che la diffusione mortale dell’Alzheimer va ben oltre ciò che pensavamo.
Uno di questi studi hanno suggerito quello che potrebbe essere uno degli indizi più definitivi finora per un batterio colpevole dietro l’Alzheimer, e proviene da un quartiere alquanto inaspettato: la malattia gengivale. I ricercatori hanno riportato la scoperta del Porphyromonas gingivalis, l’agente patogeno dietro la parodontite cronica, nota anche come malattia gengivale, nel cervello dei pazienti deceduti con Alzheimer.
Bocca, all’interno potrebbe esserci la causa dell’Alzheimer
Non era questa la prima volta che questi due fattori vengono associati, ma i ricercatori hanno cercato di andare oltre. In esperimenti con i topi, l’infezione orale con l’agente patogeno ha portato alla colonizzazione del cervello da parte dei batteri, insieme all’aumento della produzione di amiloide-beta (Aβ), le proteine appiccicose comunemente associate all’Alzheimer. Gli agenti infettivi sono stati implicati nello sviluppo e nella progressione dell’Alzheimer in precedenza, ma le prove del nesso di causalità non sono state convincenti.
Ora, per la prima volta, abbiamo solide prove che collegano il patogeno intracellulare, Gram-negativo, P. gingivalis, e la patogenesi dell’Alzheimer. Inoltre il team di ricercatori ha identificato gli enzimi tossici chiamati gingipains secreti dai batteri nel cervello dei malati di Alzheimer, che erano correlati con due distinti marcatori della malattia: la proteina tau e un’etichetta proteica chiamata ubiquitina. Tuttavia in maniera ancora più efficiente il team ha identificato questi dolori gengivali tossici nel cervello di persone decedute a cui non era mai stato diagnosticato l’Alzheimer.
Malattie gengivali e Alzheimer, due fattori spesso collegati
Ciò è davvero importante in quanto anche se in precedenza sono stati collegati, non è mai stato chiaro se l’Alzheimer fosse la causa dei problemi gengivali o se fosse il contrario. Il fatto che bassi livelli di dolori gengivali fossero evidenti anche nelle persone a cui non era mai stato diagnosticato l’Alzheimer potrebbe essere una prova schiacciante, suggerendo che avrebbero potuto sviluppare la condizione se fossero vissuti più a lungo. Inoltre, un composto formulato dalla società chiamato COR388, ha mostrato in esperimenti con topi che potrebbe ridurre la carica batterica di un’infezione cerebrale da P. gingivalis, riducendo anche la produzione di amiloide-beta e la neuroinfiammazione.
Ovviamente dobbiamo aspettare i risultati delle future ricerche su questo collegamento, anche se i ricercatori sono senza dubbio ottimisti. I farmaci che prendono di mira le proteine tossiche dei batteri finora hanno mostrato benefici solo nei topi, ma senza nuovi trattamenti per la demenza da oltre 15 anni è importante testare quanti più approcci possibili per affrontare malattie come l’Alzheimer.
Foto di John Oliver da Pixabay