dito a scatto diabete
Foto di andreas160578 da Pixabay

Secondo un nuovo studio una condizione che impedisce alle persone di non raddrizzare le dita, è stata collegata al diabete. Questa condizione, chiamata dito a scatto, è quando una o più dita, spesso un pollice o un anulare, vengono piegate nel palmo in una posizione difficile da raddrizzare. È una circostanza alquanto dolorosa e spesso richiede iniezioni di cortisone e anche interventi chirurgici, in casi più gravi.

Un gruppo di ricercatori svedesi ha collegato questo fenomeno di ispessimento dei tendini a pazienti che soffrono di entrambi i tipi di diabete. Oltre il 20% di coloro che richiedono un intervento chirurgico per questa condizione sono pazienti che hanno o svilupperanno il diabete. La ricerca ha inoltre evidenziato che un modello di zucchero nel sangue che è un fattore cruciale per un aumento del rischio di essere colpiti dal dito a scatto.

 

Diabete, le persone che ne soffrono potrebbero essere a rischio di “dito a scatto”

È stato anche evidenziato che le persone che hanno una glicemia non regolata sono state più inclini a “intrappolamenti nervosi” nelle loro mani. Oltre alle compressioni nervose e al grilletto, potrebbe esserci anche un collegamento con l’ispessimento del tessuto connettivo nel palmo, la compromissione del movimento articolare e il rischio di artrite alla base del pollice. I meccanismi alla base di queste complicazioni potrebbero probabilmente differire nel caso del diabete.

Ovviamente il prossimo passo sarà quello di capire al meglio se sarà efficiente trattare i pazienti diabetici con il dito a scatto. Dall’esperienza in clinica, la chirurgia va bene e ci sono poche complicazioni, ma ci vuole un po’ più di tempo perché i pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2 riacquistino la piena mobilità e funzionalità. Il dito a scatto, oltre a presentarsi con evidenti limitazioni alla mobilità, non di rado è accompagnato dalla presenza di gonfiore e spesso noduli palpabili e dolenti alla base del dito all’interno del palmo.

 

La chirurgia può essere efficace?

Nei casi di infiammazione prolungata non adeguatamente trattata, può subentrare una rigidità il flessione del dito interessato. Ad oggi la diagnosi del dito a scatto viene eseguita dal medico attraverso la storia clinica del paziente, ovvero delle patologie preesistenti e di eventuali traumi intervenuti nel recente passato, e dell’esame fisico, ovvero esecuzione di specifici movimenti. L’inserimento di esercizi mirati alla mobilità del dito, percorsi specifici di riabilitazione e l’utilizzo di tutori contribuiscono al buon esito del trattamento ed al recupero dalla precedente condizione di dolore e limitazione.

È importante ricordare come la chirurgia, pur portando sollievo al paziente, sin dai primi giorni seguenti l’intervento, debba essere seguita da un periodo di riposo e esercizi terapeutici affinché non si verifichino complicanze, quali: rigidità del dito o lesioni al tendine.

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