batteri
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Invece di assumere farmaci che uccidono i batteri e alla fine perdono la loro efficacia con l’emergere di batteri più resistenti, uno studio suggerisce di creare farmaci che aumentino la tolleranza alle infezioni. Ci sono persone che sembrano non ammalarsi mai, anche quando sono esposte a malattie contagiose come il Covid-19. Un nuovo studio pubblicato su Advanced Science ha cercato di trovare la risposta a questo fenomeno.

I ricercatori hanno identificato farmaci in grado di far crescere girini di rana anche in presenza di batteri letali e hanno scoperto meccanismi genetici e biologici che migliorano la tolleranza alle malattie. Poiché molti di questi stessi processi esistono anche nei mammiferi, è possibile che queste tecniche di costruzione della tolleranza ai patogeni possano essere utilizzate per trattare le infezioni negli esseri umani e negli animali. “La nostra ricerca mostra che concentrarsi sulla modifica della risposta di un ospite a un agente patogeno piuttosto che cercare di uccidere l’agente patogeno stesso può essere un modo più efficace per prevenire la morte e le malattie senza esacerbare il problema della resistenza agli antibiotici“, spiega l’autore principale Megan Sperry.

 

Un collegamento inaspettato

L’attivazione delle risposte allo stress è legata alla tolleranza alle malattie. Queste reazioni cellulari influiscono sulla mobilità degli ioni metallici, che sono essenziali per la sopravvivenza dei batteri, e riprogrammano i linfociti T, il che diminuisce la quantità di infiammazione che provocano.

Il team voleva constatare se potevano utilizzare una combinazione di metodi computazionali ed esperimenti di laboratorio per scoprire quali geni e percorsi molecolari controllano la tolleranza nelle rane africane.

Gli embrioni di queste rane sono stati esposti a sei diverse specie di batteri patogeni e sono stati analizzati i modelli di espressione genica in risposta all’infezione. Gli embrioni che sono stati esposti a batteri più aggressivi hanno subito cambiamenti visibili nel loro sviluppo 52 ore dopo l’infezione e cambiamenti generalizzati nei loro modelli di espressione genica un giorno dopo l’infezione, che riflette le risposte fisiologiche degli animali a questi agenti patogeni.

Questi risultati sono promettenti in quanto è possibile sviluppare farmaci che rendano gli organismi più resistenti al danno delle infezioni evitando effetti collaterali indesiderati.

Gli scienziati hanno somministrato più di 30 farmaci noti per influenzare il trasporto di ioni metallici o l’ipossia (mancanza di ossigeno nel sangue) agli embrioni infetti da Aeromonas hydrophila e tre di questi farmaci hanno aumentato significativamente la loro sopravvivenza nonostante la presenza di un agente patogeno che avrebbe dovuto ucciderli.

Nonostante questi progressi, i ricercatori avvertono che l’uso di farmaci che aumentano la tolleranza agli agenti patogeni piuttosto che farmaci che li uccidono non è una soluzione perfetta. Questo può significare che l’agente patogeno non viene mai completamente eliminato dal corpo, il che può avere effetti a lungo termine.