
Come abbiamo visto già da altri studi e nostri approfondimenti, l’ipotiroidismo è una condizione molto diffusa basti pensare che solo nel Regno Unito colpisce il 2% delle persone. È dovuta a un mal funzionamento della tiroide causato da un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei. Come possiamo vedere parte tutto dalla tiroide, ossia una ghiandola molto importante per la nostra salute, che per sintetizzare gli ormoni tiroidei ha bisogno soprattutto di iodio, una sostanza che il nostro corpo non può produrre da solo e che deve introdurre attraverso il cibo.
Certamente fare una dieta per questa condizione e le scelte alimentari non possono bastare da sole a curare la malattia, ma svolgono un ruolo importante per aiutare il funzionamento della tiroide. Scopriamo allora quali sono gli alimenti consigliati da introdurre nella dieta per l’ipotiroidismo, sia per tenere sotto controllo il peso, sia per aiutare la nostra ghiandola a funzionare al meglio.
Dieta, cosa mangiare e cosa evitare quando si ha l’ipotiroidismo
L’ipotiroidismo, un disturbo che si manifesta quando la tiroide produce un livello insufficiente di ormoni tiroidei. Si può rilevare attraverso un semplice prelievo del sangue per misurare i livelli di T3 e T4, gli ormoni tiroidei, e di TSH, l’ormone prodotto dall’ipofisi con il preciso scopo di stimolare la funzionalità tiroidea. Infatti come abbiamo già visto la tiroide svolge un ruolo importante per far funzionare al meglio il nostro organismo. Regola il metabolismo e influisce sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso. È dunque evidente che una tiroide che non funziona correttamente può avere conseguenze anche rilevanti sulla nostra salute.
È una condizione che colpisce maggiormente le donne rispetto agli uomini soprattutto in età fertile, mentre in gravidanza si manifesta con un’incidenza 100 volte superiore rispetto all‘ipertiroidismo. I maggiori sintomi di questa condizione sono l’aumento di peso, la stanchezza al mattino, essere sensibili al freddo, dolori muscolari e rallentamento dell’attività fisica e psichica. D’altronde la tiroide è una ghiandola endocrina coinvolta in tante funzioni organiche come la regolazione del metabolismo. Per questo, chi soffre di ipotiroidismo spesso assiste all’aumento del peso. E allora diventa importante seguire una dieta mirata e bilanciata senza ovviamente dimenticare la terapia farmacologica prescritta dal medico.
Cosa implementare nella nostra dieta
Alcuni alimenti contengono nutrienti che aiutano a regolare la funzione tiroidea. Ad esempio lo iodio, lo zinco e il selenio. Però, ce ne sono altri che invece limitano la corretta funzione della tiroide, come la soia, o altri che interferiscono sull’assorbimento dei farmaci. Un discorso a parte va fatto per il latte, anzi per il tipo di latte. Difatti il latte intero, e quindi i latticini che ne derivano, per il suo contenuto in grassi è consigliabile consumarlo con molta moderazione o evitarlo in caso di ipotiroidismo. Invece, il latte parzialmente scremato, con una forte riduzione della quota di grassi, può essere consumato anche tutti i giorni senza alcun problema.
Quando si parla di iodio si parla di un nutriente indispensabile per il corretto funzionamento del nostro organismo. Infatti, una sua carenza può addirittura mettere a repentaglio le funzioni vitali, mentre la sua normale presenza aiuta a mantenere in buona salute gli organi e a prevenire diverse malattie. La quantità di iodio da assumere ogni giorno per gli adulti è 150 μg/die. Per mantenere in salute la nostra tiroide è dunque essenziale fare attenzione all’apporto iodico nella dieta, preferendo cibi salutari, ricchi di sostanze nutritive e controllando il peso corporeo. A questo proposito, il sale iodato è un ottimo alleato, si trova facilmente in commercio, costa poco e si usa in cucina per insaporire. In un grammo di sale iodato ci sono circa 30 microgrammi di iodio.
Cosa evitare per non avere effetti negativi sulla nostra salute
Frutta e verdura ne contengono quantità minime. Latte e latticini, invece, sono buone fonti di iodio, ma solo se l’alimentazione delle mucche è composta da foraggio e supplementi iodati. Oltre allo iodio, è necessario assumere anche il selenio, l’elemento principale di alcune proteine responsabili della produzione degli ormoni tiroidei. Il fabbisogno quotidiano è di 55 μg/die. Anche in questo caso, frutta e verdura ne contengono quantità trascurabili. Altri alimenti con buone quantità di selenio sono funghi e lievito di birra. Inoltre l’ipotiroidismo è un disturbo che i farmaci riescono a controllare molto bene.
Si tratta di sostanze che vanno a sostituire la carenza ormonale. Tuttavia ci sono alcuni alimenti e alcuni integratori che possono interferire con la terapia farmacologica. Tra questi, gli integratori di ferro o calcio, multivitaminici o antiacidi, così come i prodotti a base di soia, la caffeina e gli alcolici. Anche le fibre alimentari possono ostacolare l’assorbimento del farmaco, ma è anche vero che sono preziose alleate per il benessere dell’intestino. Quindi è consigliabile assumere frutta e verdura lontano dall’assunzione del farmaco. Stesso discorso per il latte che, di conseguenza, è meglio consumare con moderazione.
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