Come dimostrano le varie prove fossili nei diversi anni, le spugne marine risalgono oltre 650 milioni di anni fa, rendendole tra gli animali più antichi del pianeta. Vedendole per la prima volta possono sembrare semplici creature marine, ma quest’ultime hanno un ruolo fondamentale per quanto riguarda gli ecosistemi marini. Si nutrono pompando l’acqua attraverso una rete di canali di ingresso e di deflusso nei loro corpi, filtrando fino a migliaia di litri di acqua di mare ogni giorno.
Perfezionando questo processo, la spugna è in grado di nutrirsi di materia organica disciolta, una fonte di cibo inaccessibile alla maggior parte delle altre creature marine. Dopo essersi nutrita della materia organica sciolta, la spugna produce una sorta di scarto simile al muco. Per studiare questa teoria, gli scienziati hanno prelevato campioni di spugne tubolari viola e li hanno collocati in un acquario per raccogliere il muco. Hanno anche posizionato una telecamera per filmare un time-lapse della superficie della spugna.
Biologia marina, le spugne e il loro comportamento per espellere i rifiuti
Analizzando tutte le riprese video fatte, i ricercatori hanno scoperto un comportamento davvero sorprendente di questi animali: ogni 38 ore le spugne si contraevano e poi rilassavano i loro tessuti superficiali. Il movimento assomigliava senza alcun dubbio ad uno starnuto. Ad ogni starnuto viene rilasciato il muco raccolto e la spugna viene lasciata con una superficie pulita. Sebbene lo starnuto della spugna sia stato descritto in precedenza, era generalmente pensato come un modo per la spugna di regolare il flusso d’acqua. I time-lapse hanno inoltre mostrato che il muco veniva continuamente espulso dalle aperture di afflusso, non da quelle di deflusso, e trasportato lentamente lungo percorsi distinti verso punti di raccolta centrali sulle superfici delle spugne.
Durante alcune immersioni nelle acque degli oceani, i ricercatori hanno assistito a molte piccole creature che si nutrivano proprio del muco espulso dalle spugne. Questo mostra direttamente come la spugna avvantaggia l’intero ecosistema utilizzando l’energia dalla materia organica disciolta nell’acqua, trasformandola in una fonte di cibo per entrare nella catena alimentare. Ovviamente lo starnuto di questi animali è diverso da quello umano, in quanto quello delle spugne dura circa mezz’ora, ma entrambi svolgono lo stesso ruolo ossia quello di espellere i rifiuti.
Questo tipo di comportamenti mostra l’incredibile flessibilità delle spugne di adattarsi al loro ambiente che ha permesso loro di prosperare per oltre 650 milioni di anni. Il team prevede di continuare a studiare lo starnuto delle spugne, combinando la microscopia elettronica con studi istologici, si vuole studiare il meccanismo sottostante.
Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay