
Un team di ricercatori, guidato dalla ricercatrice Angela Ziltener, ha scoperto, nel corso di ricerche sui delfini tursiopi nel Mar Rosso, che questi mammiferi erano soliti strofinare i loro corpi sui coralli, attendendo in fila il loro turno.
Questo insolito comportamento dei delfini fu osservato da Ziltener e dal suo team per la prima volta 13 anni fa. Da allora il team ha proseguito le sue ricerche per capire il motivo di questo strano comportamento dei tursiopi e hanno scoperto che i delfini si strofinano contro coralli e spugne per curare la loro pelle e che sono molto selettivi nella scelta del tipo di corallo.
All’inizio delle loro osservazioni i ricercatori avevano infatti notato che si trattava di un comportamento sistematico dei delfini ma il motivo per cui lo facessero era inizialmente un mistero. Per questo i ricercatori hanno deciso di approfondire le loro conoscenze studiando le interazioni tra delfini e i polipi dei coralli. Dopo più di dieci anni, le loro ricerche e i dati raccolti hanno finalmente dato i loro frutti.
I delfini si strofinano sui coralli per curare la loro pelle
I ricercatori hanno osservato che i delfini strofinavano specifiche regioni del corpo contro diverse specie di coralli e spugne. Ad esempio la maggior parte del corpo, compresi i lati ventrale, laterale e dorsale, venivano strofinati contro una gorgonia, la Rumphella aggregata. Mentre per la regione della testa, il lato ventrale e il trematode (ovvero la pinna caudale), i delfini prediligevano un corallo molle velenoso, il Sarcophyton sp., e le spugne di mare appartenenti al genere Ircinia.
I ricercatori hanno notato che, soprattutto per la gorgonia, i delfini aspettavano il loro turno per strofinarsi sui coralli in fila. Questo comportamento è stato inoltre osservato sia in esemplari giovani che adulti di tursiope, mentre i cuccioli di età inferiore all’anno sembravano rimanere solo spettatori, senza prendere parte all’evento.
Gertrud Morlock, autrice principale dell’articolo e scienziata del cibo, ha esaminato i campioni di corallo e spugna che i delfini usavano per curare la loro pelle. Nella sua analisi ha scoperto che il campione era costituito da 17 metaboliti attivi con proprietà ormonali, antibatteriche, tossiche e antiossidanti.
Quando i delfini strofinano la loro pelle contro il corallo, i polipi dei coralli rilasciano un muco che contiene questi metaboliti che entrano quindi in contatto con la pelle dei delfini e forniscono loro sollievo.
Come spiegano Ziltener e Morlock “lo sfregamento ripetuto consente ai metaboliti bioattivi di entrare in contatto diretto con la pelle dei delfini. Questo potrebbe aiutarli a sostenere la loro omeostasi cutanea e sono inoltre utili per la profilassi o il trattamento ausiliario contro le infezioni microbiche.”
Cura e prevenzione di malattie cutanee: le barriere coralline sempre più importanti
Inoltre il fatto che si tratti di un comportamento sistematico, suggerisce che i delfini tursiopi non devono avere una particolare condizione della pelle per mostrare questo comportamento, Secondo i ricercatori è infatti plausibile che i delfini utilizzino questi metaboliti secondari bioattivi contro irritazioni cutanee o agenti patogeni sia come mezzi preventivi che curativi.
Il lavoro di Zeiltener e Morlock aggiunge dunque un altro motivo per cui è importante preservare le barriere coralline ormai così fortemente a rischio. Le ricercatrici ritengono infatti che le barriere coralline abbiano un significato non solo perché ospitano molte specie marine, ma anche perché questi habitat ci consentono di comprendere meglio la relazione tra specie di invertebrati e vertebrati.