
Sappiamo già che il vizio del fumo è considerato uno dei fattori di rischio di morte prematura, come evidenziano numerosi studi. Proprio come il fumo, un recente studio ha suggerito che avere livelli bassi di omega 3 può portare ad un rischio elevato di morte prematura. In altri termini chi ha bassi livelli di questi acidi grassi ha gli stessi rischi di morire come un fumatore.
Questa individuazione del punto di riferimento è piantata nei dati tirati ed analizzati dallo studio di Framingham, uno degli studi di funzionamento più lunghi nel mondo. Lo studio ha fornito le comprensioni uniche nei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Queste malattie sono ancora la causa principale di morte a livello globale e può essere diminuito cambiando i fattori comportamentistici quali la dieta non sana, l’inattività fisica e l’uso di tabacco e dell’alcool.
Bassi livelli di omega 3 possono portare a rischio di morte prematura
Di conseguenza i biomarcatori che integrano le scelte di stile di vita potrebbero contribuire ad identificare le persone al rischio ed ad essere utili da valutare gli approcci del trattamento, da impedire morbosità e da ritardare morte. Questi biomarcatori possono quindi indicare la salubrità del nostro stile di vita, rappresentando il punto di riferimento per sviluppare nuove terapie.
Tra questi ci sono degli acidi grassi, ossia omega3, che sono fondamentali per la salute del nostro metabolismo e come fonte energetica. Questi Omega3, presenti nelle membrane cellulari, sono associati da tempo ad un ridotto rischio di morte per eventi cardiovascolari e sono quelli maggiormente usati dal nostro organismo. Analizzando i dati di oltre 2.500 partecipanti allo studio il team ha dimostrato che le persone con alte concentrazioni di questi acidi grassi hanno un rischio ridotto del 33% di morte prematura.
Un indice ottimale di omega 3 è considerato sopra l’8%, intermedio tra il 4 e l’8% e basso o uguale sotto il 4%. Per i calcoli sono stati tenuti in considerazione gli otto fattori di rischio standard per le malattie cardiovascolari come età, sesso, colesterolo totale, colesterolo HDL, trattamento dell’ipertensione, pressione arteriosa sistolica, vizio del fumo e diabete prevalente.
Quindi, in pratica, le scelte dietetiche che cambiano l’indice analitico omega 3 possono prolungare la vita. Nel finale il modello combinato, fumare e l’indice analitico omega 3 sembrano essere i fattori di rischio il più facilmente modificati.