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L’Alzheimer è una delle malattie progressive più comuni negli anziani. Gli studi hanno persino dimostrato che può iniziare a svilupparsi nel cervello 20 anni prima della comparsa dei primi sintomi. Ecco perché molti scienziati si sono assunti il compito di indagare su come rilevarlo e cercare di ritardarne l’avanzamento.
In questo senso, un gruppo di ricercatori ha realizzato un esperimento, della durata di 365 giorni, in cui ha valutato le abitudini di guida di 139 adulti sopra i 65 anni e la loro relazione con il morbo di Alzheimer. Per questo hanno utilizzato dispositivi di localizzazione GPS (Global Positioning System), un metodo non invasivo ed economico.
Le persone con Alzheimer preclinico tendono a guidare più lentamente
Prima del procedimento, gli analisti avevano già eseguito test medici (analisi del liquido cerebrospinale e tomografia a emissione di positroni) sui partecipanti per rilevare coloro che avevano sintomi di questo disturbo mentale. In questo modo, avrebbero potuto confrontare i sintomi con il modo di guidare.
E, in effetti, hanno scoperto che metà dei partecipanti aveva già l’Alzheimer preclinico. Come previsto, le loro abitudini di guida erano molto diverse rispetto agli altri partecipanti sani. In particolare, le persone con Alzheimer preclinico hanno mostrato uno stile di guida più lento, sono state molto attente nel cambiare direzione, hanno registrato meno viaggi notturni e complessivamente meno chilometraggio. Considerando questa situazione, l’autore principale dell’articolo, Sayeh Bayat, ha dichiarato: “Il modo in cui le persone si muovono nel loro ambiente quotidiano, dai luoghi che visitano al modo in cui guidano, può dirci molto sulla loro salute“.
Un metodo minimamente invasivo e altamente accurato
Utilizzando i dati di guida GPS e l’età dei partecipanti, i ricercatori sono stati in grado di progettare un modello – con una precisione dell’86% – in grado di prevedere la possibilità che qualcuno possa avere l’Alzheimer preclinico.
Questo metodo è stato integrato con i risultati di un test genetico per il morbo di Alzheimer noto come genotipo dell’apolipoproteina E (APOE), aumentando la precisione di un ulteriore 4%. Ciò significa che la combinazione di questi tre fattori rende il modello non invasivo e accurato al 90%.
Sebbene i risultati ottenuti siano piuttosto incoraggianti, sono necessari ulteriori studi e molto più tempo per studiare la relazione tra le abitudini di guida degli anziani e il morbo di Alzheimer preclinico.
Tuttavia, questa ricerca è un metodo per rilevare l’Alzheimer a basso costo, minimamente invasivo, ma soprattutto un modo per affrontare questa malattia nella sua fase iniziale.