
Il gran numero di imballaggi attualmente prodotto costituisce un problema serio e ha un impatto fortissimo sull’ambiente; la riduzione dell’inquinamento potrebbe quindi passare anche dalla trasformazione della pasta. Secondo un nuovo studio, che appare sulla rivista Science Advances, un nuovo tipo di impasto programmabile potrebbe rendere la produzione e il confezionamento della pasta molto più facili. I formati più voluminosi, come le farfalle e i fusilli, richiedono una maggior quantità di imballaggio rispetto alle varietà più sottili come i capelli d’angelo, il che le rende più difficili da trasportare e comporta la produzione di un maggior numero di rifiuti.
In che modo la nuova tecnica può influenzare la produzione della pasta
Gli scienziati hanno affrontato il problema con un approccio innovativo, che consiste nella progettazione di nuovi formati di pasta piatta in grado di trasformarsi in formati 3D; hanno quindi disegnato una pasta piatta fatta di farina di semola, ingrediente centrale della cucina italiana, sulla quale erano presenti delle scanalature, la cui profondità e spaziatura determinava la forma che la pasta avrebbe assunto una volta bollita. Poi, hanno inserito i loro dati in modelli informatici, che potrebbero automatizzare la tecnica e rendere più facile per i produttori di cibo realizzare e consegnare formati più gestibili.
I ricercatori hanno fotografato e ripreso le loro versatili creazioni culinarie e i loro deliziosi risultati. La loro peculiarità consiste nell’assumere, prima della cottura, forme stranissime che a prima vista non somigliano a nessuno dei formati attualmente in commercio, ma che potrebbero riscuotere un grande successo sia in termini di risparmio sugli imballaggi, grazie alla riduzione dell’aria presente al loro interno, sia in termini di praticità e maneggevolezza. Infine, il fatto di cambiare forma durante la cottura potrebbe essere un fattore di attrazione per i bambini, che non sempre apprezzano la pasta.