Un team di ricercatori hanno concluso che il consumo ripetitivo di alcol influisce direttamente sulle cellule immunitarie del sistema nervoso centrale, che eliminano parte della comunicazione tra i neuroni e provoca un aumento dell’ansia. Renato Socodota, ricercatore i3S, ha spiegato che lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Science Signaling, e in fase di sviluppo da cinque anni, mirava a “comprendere il ruolo neurotossico dell’alcol e i meccanismi molecolari e telefoni cellulari coinvolti”.
Per questo, il team multidisciplinare di ricercatori dell’i3S, ha utilizzato modelli sperimentali, vale a dire “topi maschi” e ha indotto un modello di “assunzione ripetitiva di alcol” per 10 giorni. “Se facessimo la traduzione per un uomo adulto sano, corrisponderebbe a cinque bicchieri al giorno e in una donna l’equivalente tra tre e quattro bicchieri“, ha spiegato.
Attraverso queste metodologie, i ricercatori del gruppo Glial Cell Biology hanno dimostrato che l’assunzione ripetitiva ed eccessiva di alcol agisce direttamente sulla microglia (cellule immunitarie del sistema nervoso centrale), inducendole a rispondere “molto prima dei neuroni” agli effetti dell’alcol.
“L’alcol attiva queste cellule ed eliminano le sinapsi (elementi di comunicazione tra i neuroni), che contribuisce alla disfunzione neuronale e possibilmente comportamentale che porta alla dipendenza“, ha spiegato il ricercatore, aggiungendo che questi risultati sono “completamente nuovi e inaspettato“.
Elemento chiave
Secondo Renato Socodota, le conclusioni mostrano la necessità che la parte immunitaria del sistema nervoso centrale sia “considerata un elemento chiave”. Oltre al ruolo neurotossico dell’alcol, il gruppo di ricerca di i3S Addiction Biology, guidato dalla ricercatrice Teresa Summavielle, ha studiato “il ruolo della microglia nel cervello sotto l’influenza dell’alcol“.
“Il fatto che abbiamo trascurato a lungo altre cellule cerebrali, considerandole di supporto, ha contribuito al fatto che molte delle terapie che abbiamo per le malattie legate al cervello non erano così efficienti come potrebbero essere“, ha detto il ricercatore.
Sulla base dello stesso modello sperimentale, il gruppo di ricerca ha concluso che il modello di “assunzione ripetitiva di alcol” per 10 giorni era “sufficiente per aumentare i livelli di ansia“. “Qualsiasi cambiamento nelle sinapsi si riflette nel comportamento e questo è rilevante, perché mostra che non è necessario avere periodi molto lunghi di quantità eccessive di alcol affinché l’ansia si manifesti“, ha detto.
In questo studio, il gruppo di ricerca ha dimostrato che, nonostante le conseguenze, è ancora “possibile invertire l’effetto dell’alcol”, cioè attraverso farmaci già utilizzati per combattere il cancro.
“Abbiamo usato farmaci che erano già stati approvati per cercare di ridurre gli effetti tossici dell’alcool e ha funzionato“, ha detto Teresa Summavielle, aggiungendo che il gruppo prevede di continuare lo studio.
“Vorremmo utilizzare un modello di esposizione più lungo per vedere come viene modificato il profilo di reattività della microglia, come questo si riflette nel collegamento tra la microglia e altre cellule, l’impatto che ha sul comportamento e in che misura l’assunzione di alcol siamo riusciti a prevenire gli effetti”, ha detto.