Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto di biologia dell’Università statale di Campinas (Unicamp) ha rivelato, attraverso esperimenti con colture cellulari, che il nuovo coronavirus ha la capacità di infettare e moltiplicarsi nei neuroni umani.
Lo studio, coordinato dal professore Unicamp Daniel Martins-de-Souza, è partito dalla constatazione clinica che alcune persone con Covid-19 hanno sintomi come difficoltà nell’organizzare pensieri e parlare, oltre alle convulsioni. Pertanto, i ricercatori hanno coltivato cellule neurologiche e le hanno contaminate con il nuovo coronavirus, per verificare come si verifica l’interazione.
Secondo il coordinatore, la ricerca è ancora agli inizi, ma era già possibile scoprire che il Sars-CoV-2 non solo è entrato nei neuroni nella cultura, ma si è anche moltiplicato facilmente. Ora, i ricercatori vogliono scoprire quali sono i cambiamenti causati da esso nei neuroni, che di conseguenza influenzano il sistema nervoso. Inoltre, si sta studiando come il virus agisce sulle cellule gliali, che svolgono un ruolo essenziale nel funzionamento dei neuroni.
Cosa accade nel cervello
Come sottolinea lo studio, l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (o ACE-2) è la porta d’ingresso per il coronavirus verso le cellule umane. Si trova in varie parti del corpo, come nelle cellule di polmoni, reni, cuore e cervello.
Si ritiene che Sars-CoV-2 sia in grado di invadere qualsiasi cellula con la proteina ACE-2 in superficie, ma i ricercatori non sanno ancora come si manifesti nei neuroni e perché solo poche persone infette manifestino sintomi neurologici. Il 30% mostra questi segni, secondo le stime.
Un’ipotesi è che una tale reazione sarebbe correlata al modo in cui il virus entra nel corpo. Nel caso di pazienti con perdita dell’olfatto, ad esempio, uno dei principali sintomi di Covid-19, l’ingresso avverrebbe attraverso il naso, con la moltiplicazione del nervo olfattivo, che verrebbe utilizzato per raggiungere il cervello.
Un’altra possibilità citata dai ricercatori per la diffusione dei neuroni è che la penetrazione potrebbe avvenire attraverso il sangue. Ma avrebbe bisogno di superare la barriera emato-encefalica, una sorta di protezione naturale del cervello. Alcuni agenti patogeni lo fanno, ma non c’è ancora alcuna conferma riguardo al coronavirus.
I prossimi passi
A seguito dello studio, che è supportato dalla Fondazione di sostegno alla ricerca statale di San Paolo (FAPESP), il gruppo di ricercatori Unicamp ha in programma di scoprire se il coronavirus infetta qualsiasi neurone o se ha una preferenza per un particolare tipo – ce ne sono diversi, collegato a cognizione, sensi e funzioni come la respirazione e il battito cardiaco.
Tra gli obiettivi, è anche quello di verificare gli impatti causati dal virus sulle funzioni svolte dalla proteina ACE-2 e quel che rappresenta per lo sviluppo del Covid-19. C’è almeno un’altra domanda da verificare da parte degli scienziati, oltre a quelle già menzionate: esiste un altro gateway per le cellule, oltre all’ACE-2? Le prove suggeriscono che ci sia.