Un’incredibile storia di speranza arriva dallo zoo di Philadelphia, dove una tartaruga delle Galapagos, chiamata Mommy, ha deposto per la prima volta le sue uova a circa 100 anni. Questa tartaruga, una delle più anziane nel suo genere, ha recentemente accoppiato con un maschio della stessa età, dando vita a un evento straordinario che segna un passo importante per la conservazione delle tartarughe delle Galapagos.
Un Passo Importante per la Conservazione
Mommy, che è arrivata allo zoo di Philadelphia nel 1932, ha deposto 16 uova nel novembre 2024, un evento che è stato accolto con entusiasmo dai ricercatori e dallo staff dello zoo. Le tartarughe delle Galapagos di Santa Cruz occidentale, come la Mommy, sono una sottospecie in via di estinzione, con meno di 50 esemplari presenti in zoo degli Stati Uniti. Questa scoperta ha avuto un valore simbolico per la specie, poiché Mommy è diventata la tartaruga più anziana della sua sottospecie a produrre prole per la prima volta, un fatto che dimostra la straordinaria capacità di sopravvivenza e riproduzione di questi animali.
La Minaccia dell’Estinzione
Le tartarughe delle Galapagos sono state gravemente minacciate dall’attività umana, come la caccia e l’introduzione di specie invasive nelle isole, che hanno alterato il loro habitat naturale. Predatori come gatti e ratti e competizione con animali come le capre hanno reso la vita difficile per queste creature. Nonostante ciò, l’impegno per la loro conservazione continua a dare frutti.
La Resilienza della Specie
Questa nascita è una testimonianza della resilienza della specie. Le tartarughe delle Galapagos sono conosciute per la loro lunga durata di vita, e alcuni esemplari hanno raggiunto l’età di 171 anni. La capacità di riprodursi anche in età avanzata, come nel caso di Mommy, rappresenta una speranza per la sopravvivenza a lungo termine della specie.
L’evento che ha visto Mommy diventare mamma per la prima volta è un segno positivo per la conservazione delle tartarughe delle Galapagos e un passo fondamentale per garantire la perpetuazione di questa specie iconica, non solo negli zoo ma anche nel loro habitat naturale.
Foto di Dušan veverkolog su Unsplash
