Meraki, μεράκι, significa letteralmente “essenza di noi stessi”. In greco significa “fare qualcosa con un senso di ORGOGLIO e CURA”. In inglese potrebbe essere liberamente tradotto come il LAVORO dell’AMORE che vediamo da certi artigiani, artisti, chef o creativi nei loro lavori. La definizione online comune per la parola MERAKI è: “L’anima, la creatività o l’amore messi in qualcosa; l’essenza di te stesso che viene messa nel tuo lavoro”.

La traduzione attuale rappresenta un concetto che non si può tradurre in una sola parola ma significa “qualcosa fatto con l’anima, con creatività, fatica e tanto amore“. Viene spesso usato per descrivere il modo in cui è decorata una casa o per preparare un buon pranzo o per fare qualsiasi cosa in cui ci si mette l’anima.

Si potrebbe tradurre così: “creatività, amore, passione, mettere qualcosa di sé nel proprio lavoro“. Quindi è un tocco personale e creativo che rende speciali e uniche le azioni compiute.

Un approccio Meraki, ad esempio, può sostenere momenti difficili: aiuta a migliorare l’abitudine al cambiamento ed è un ottimo esercizio che ribalta le visioni negative della vita.

La magia di questa parola non finisce qui. Infatti il ​​termine MeraKi contiene la parola Ki, che dal sanscrito, all’ebraico, come al cinese e al coreano, si può riassumere nella traduzione giapponese di “energia vitale“.

 

Una parola del momento

Parola lanciata prepotentemente alla moda da contesti politici, si può applicare almondo del lavoro. Le persone si preoccupano di ciò che mettono NEL loro lavoro, tanto quanto di ciò che ne ricavano. Il nostro lavoro ci dà un senso di IDENTITÀ E SCOPO. Se le persone, quindi, non sentono di poter influenzare o lasciare un’impronta propria sul proprio lavoro, faranno fatica a entrare in risonanza con esso – il loro lavoro sarà PRIVO DI SIGNIFICATO.

Gli esseri umani sono intrinsecamente creativi, non siamo macchine. Abbiamo un modo unico di ESPRIMERE, INTERPRETARE, RELAZIONARSI. Se neghiamo all’umanità queste capacità, o peggio ancora, non le riconosciamo sul lavoro, allora neghiamo loro il SIGNIFICATO, che è un bisogno umano fondamentale. Il lavoro deve essere umano. Quando progettiamo il lavoro e quando guidiamo i team, possiamo MANTENERE la necessità di MERAKI in prima linea nella nostra agenda delle risorse umane. Senza MERAKI non c’è più significato nel nostro lavoro.