
Ognuno di noi vuole vivere a lungo e quando ci sono possibili rimedi ci facciamo influenzare. Un recente studio ha suggerito che un frutto sottovalutato potrebbe darci un periodo di vita più lungo, almeno 5 anni di vita. Lo conosciamo come frutto degli dei e basta mangiarne una piccola quantità ogni giorno per usufruire di questo effetto benefico e proteggere il nostro organismo: l’uva.
Il suo contenuto è davvero prezioso; gli antiossidanti attenuano l’infiammazione e le sostanze chimiche aumentano i batteri buoni e abbassano il colesterolo. Inoltre aiuta l’organismo a eliminare i grassi e gli zuccheri raffinati negli alimenti trasformati, fino a contrastare gli effetti di una dieta a base cibo spazzatura. Secondo alcuni esperti questo frutto incarna pienamente il detto che siamo ciò che mangiamo.
Longevità, un frutto potrebbe combattere l’invecchiamento
In una serie di esperimenti in laboratorio alcuni topi di laboratorio sono stati nutriti con alimenti ricchi d grassi, seguendo una dieta simile a quella dei paesi occidentali. Alla fine del pasto alcuni di loro hanno ricevuto un estratto di uva in polvere equivalente ad una quantità ideale del frutto. I risultati di questo studio hanno suggerito che la sola aggiunta di questo frutto ha permesso a questi animali di soffrire di meno di fegato grasso e hanno vissuto più a lungo dei loro coetanei. Gli anni recuperati equivalgono ai 4 o 5 anni dell’essere umano.
In termini di longevità l’uva ha innumerevoli benefici. Ad esempio migliora la funzione dei neuroni, con effetti positivi sul comportamento e cognizione. Inoltre sembrerebbe essere efficace sulla steatosi epatica non alcolica, una condizione che deriva dal consumo maggiore di cibi spazzatura. Oltre a questi benefici l’uva ha il potenziale di modulare l’espressione genetica, prevenire il danno ossidativo, induce il metabolismo degli acidi grassi e dona gli anni in più anche se assunta in una dieta ricca di grassi. Che sia presente un collegamento tra uva e la longevità è stato dimostrato da un’ulteriore studio dell’Università di Shanghai.
Il declino funzionale degli organi associato all’invecchiamento e l’aumento del rischio di patologie croniche legate all’età sono guidati in parte dall’accumulo di cellule senescenti. Il merito sarebbe di un flavonoide noto come PCC1 che elimina le cellule zombi o senescenti, che hanno smesso di dividersi. Queste cellule dell’invecchiamento si accumulano in modo naturale mentre invecchiamo, rilasciando sostanze chimiche che portano all’infiammazione. Se ulteriori studi confermassero quanto detto finora, potrebbe arrivare presto un integratore a base d estratto di semi d’uva, in grado di agire proprio su queste cellule. I potenziali effetti anti-età del PCC1 dimostrati nei nostri test preclinici forniscono un buon supporto per un ulteriore sviluppo clinico del PCC1, con l’obiettivo di aiutarci a vivere una vita più lunga e più sana.