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Foto di congerdesign da Pixabay

Secondo una nuova ricerca dell’Università del Cincinnati che un consumo quotidiano di mirtilli, durante la mezza età, potrebbe ridurre il rischio di declino cognitivo. Lo studio sull’uomo ha identificato alcuni miglioramenti fisiologici e cognitivi solo dopo 12 settimane dall’assunzione di integratori di mirtilli. I benefici per la nostra salute proveniente dai mirtilli sono ben noti.

Dalle proprietà di curare le ferite al potenziamento della memoria, questi piccoli frutti sono una ricca fonte di nutrienti. Diversi anni e innumerevoli studi hanno riscontrato diversi benefici per le persone  anziane dall’assunzione di mirtilli, ma il nuovo studio ha cercato di capire se queste bacche fossero in grado di prevenire tale condizione se consumate quotidianamente e in modo regolare.

 

Mirtilli, questi frutti possono prevenire la demenza

Per testare gli effetti dell’integrazione di mirtilli nella mezza età, i ricercatori hanno arruolato 33 adulti di età compresa tra 50 e 65 anni. Tutti i partecipanti erano almeno in sovrappeso e hanno riportato disturbi cognitivi soggettivi, suggerendo le prime fasi del declino cognitivo legato all’età. Ai partecipanti è stata somministrata per 12 settimane una polvere di mirtilli equivalente a circa mezza tazza di mirtilli al giorno. All’inizio e alla fine dello studio sono stati effettuati diversi test cognitivi e sono stati monitorati diversi marcatori metabolici.

I miglioramenti cognitivi più significativi osservati dopo 12 settimane di integrazione con il mirtillo erano nei test relativi alle funzioni esecutive. I soggetti che hanno consumato la polvere di mirtillo hanno anche mostrato miglioramenti ai livelli di insulina a digiuno e un aumento del disaccoppiamento mitocondriale, un processo cellulare legato all’invecchiamento sano. Ovviamente essendo uno studio piccolo la coorte era piccola e non si può dire con fermezza se i mirtilli sono un potente alimento per la prevenzione della demenza.

La ricerca futura che valuta l’integrazione del mirtillo per periodi più lunghi con valutazioni cognitive longitudinali sarebbe preziosa non solo per valutare la sua influenza sulla progressione del declino cognitivo, ma anche per studiare ulteriormente i meccanismi del beneficio neurocognitivo. Il ruolo delle antocianine e delle proantocianidine del mirtillo nel potenziamento della funzione metabolica e mitocondriale sembra particolarmente saliente, poiché questi fattori sono intrinseci ai processi neurodegenerativi.

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