Un numero sempre più crescente di marchi d’abbigliamento sta passando alle fibre riciclate, ma alcuni esperti temono che le persone che acquistano questi capi pensino a un minore o quasi inesistente impatto climatico; tuttavia questo non è vero. Oggi circa il 69% dei vestiti contiene fibre sintetiche, tra cui nylon, acrilico e elastan.
Il poliestere è una delle fibre sintetiche più comuni, costituendo il 52% di tutta la produzione totale di fibre. La versatilità e la resistenza della plastica l’hanno resa indispensabile per l’industria della moda. Tuttavia questo comporta un costo climatico, in quanto la materia prima di queste fibre sono i combustibili fossili.
L’abbigliamento con materiali riciclati potrebbe non essere cosi sostenibile come si pensa
Si stima che la produzione tessile consuma circa l’1,35% di petrolio, più di quella che consuma la Spagna in un anno. Ciò contribuisce in modo significativo sull’impronta climatica dell’industria della moda. I tessuti sintetici continuano ad avere un’impatto anche molto tempo dopo, rilasciando grandi quantità di microplastiche nell’ambiente, quando i panni vengono lavati. Proprio in risposta a ciò, un numero crescente di marchi sta passando a versioni riciclate di fibre sintetiche come il poliestere, spesso pubblicizzando questi vestiti come la scelta più sostenibile.
Questa sembra una buona vittoria ambientale, ma molti credono che si stiano solamente riparando ai danni ambientali causati da questo mercato. Siamo sti portati a credere che il termine riciclato e sostenibile siano sinonimi, quando sono tutt’altro. Il comune sostituto riciclato dei sintetici vergini sono le bottiglie di polietilene tereftalato, il tipo più comune di bottiglie di plastica, prodotte a miliardi ogni anno. Un sondaggio ha rivelato che l‘ 85% di loro mirava a ottenere poliestere riciclato da bottiglie di plastica. Le stime mostrano che il poliestere riciclato potrebbe ridurre le emissioni fino al 32% rispetto al poliestere vergine.
Problema della plastica nell’industria della moda
Si prevede, inoltre, che la domanda continuerà ad aumentare. Ad esempio Nike utilizza materiale riciclato per oltre il 60% dei suoi prodotti. Nike è il maggior utilizzatore del settore di polistirolo riciclato e deviamo in media più di 1 miliardo di bottiglie di plastica all’anno dalle discariche. H&M, Madewell, J Crew e Gap Inc sono tra gli oltre 70 marchi che si sono impegnati ad aumentare la quota di poliestere riciclato al 45% entro il 2025 come parte di una sfida al poliestere riciclato, per aumentare assorbimento di fibre a basso impatto nell’industria tessile.
Gli esperti temono che le persone possano credere che i loro acquisti siano privi di impatto, quando questo è tutt’altro che vero. Trasformare la plastica dalle bottiglie in vestiti può effettivamente accelerare il suo percorso verso la discarica, soprattutto per i capi di bassa qualità e fast fashion che spesso vengono scartati dopo pochi utilizzi. Nessuna innovazione risolverà il complesso problema della plastica dell’industria della moda.
Alcuni pensano che la vera risposta sia allontanare l’industria da un modello di produzione e consumo eccessivi. Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono misure obbligatorie. Lo vediamo funzionare nello spazio della plastica ed è ora che il settore della moda segua.
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