E’ molto atteso il rapporto che raccoglierà i risultati di una visita di un team di esperti recatisi in Cina nel gennaio 2020 per indagare sull’origine della causa della pandemia di COVID-19. Nonostante i ritardi nella sua pubblicazione, alcuni dei soggetti coinvolti hanno però fatto filtrare alcuni risultati al fine di abbattere le matrici informative che indicano il Paese asiatico come il colpevole dell’emergenza che ci vede coinvolti.
Quattro possibili vie di trasmissione del coronavirus
Durante l’incontro, Feng Zijian, vicedirettore generale del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e anche un esperto dell’OMS, ha sollevato quattro possibili rotte attraverso le quali il coronavirus ha raggiunto Wuhan, il primo epicentro finora rilevato.
Uno di questi è che un pipistrello che trasporta il virus possa aver infettato un essere umano; o che un pipistrello abbia infettato un mammifero intermedio e che a sua volta abbia infettato un essere umano; ancora, che il coronavirus sia stato trasmesso attraverso catene di distribuzione di alimenti freddi o congelati; e, infine, che tutto sia partito dall’Istituto di virologia di Wuhan.
Tutte queste opzioni sono state valutate dai membri del gruppo di ricerca, che hanno votato dopo un ampio dibattito. Pertanto, hanno concluso che i percorsi degli animali insieme alla catena del freddo erano le vie di trasmissione più probabili del coronavirus, mentre la fuga dal laboratorio di Wuhan era considerata estremamente improbabile.
La ricerca sull’origine animale del coronavirus richiede la cooperazione scientifica
Gli scienziati hanno anche colto l’occasione per respingere con forza le continue critiche internazionali all’indagine dell’Oms sull’origine del coronavirus. Da parte sua, Hua Chunying, portavoce del ministero degli Affari esteri cinese, ha sottolineato che questo tipo di studio deve essere guidato rigorosamente da criteri scientifici e che per questo è necessaria la cooperazione. “Il nostro scopo è mostrare la nostra apertura e trasparenza“, ha detto Yang Tao, un funzionario del ministero degli Esteri. “La Cina ha combattuto l’epidemia in modo trasparente e non ha nulla da nascondere“.
Questo briefing prima della pubblicazione formale dei risultati, ritardato più volte da pressioni politiche, potrebbe essere uno sforzo per mitigare la disputa diplomatica. Non c’è ancora consenso, infatti, per il pubblicare un rapporto finale. Quindi non è chiaro quando sarà effettivamente disponibile.