
Dobbiamo favorire le proteine vegetali nei nostri pasti? Un nuovo studio sostiene questa scelta e garantisce che proteggano dalla demenza. Secondo questa ricerca, le donne anziane che preferiscono le proteine vegetali hanno il 21% in meno di probabilità di soffrire di morte correlata alla demenza. Hanno anche il 12% in meno di probabilità di morire di malattie cardiache, rispetto alle donne che hanno mangiato poche o nessuna proteina vegetale.
“Non tutte le proteine sono uguali. La scelta delle fonti di cibo è importante“, ha osservato il dottor Wei Bao, ricercatore senior, assistente professore di epidemiologia presso il College of Public Health dell’Università dello Iowa. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of American Heart Association. I ricercatori affermano che fonti specifiche di proteine animali sono associate a maggiori rischi di morte, malattie cardiache, cancro e demenza.
Per questo studio, il team ha analizzato i dati di oltre 100.000 donne in postmenopausa. Al momento della registrazione, tra il 1993 e il 1998, i partecipanti hanno compilato questionari dettagliati sulla loro dieta. I ricercatori hanno raggruppato le donne in base alla quantità di proteine animali e vegetali consumate.
Carni rosse, uova e latticini
Risultato? I ricercatori hanno scoperto che le donne che mangiavano più carne lavorata avevano un rischio maggiore del 20% di morire di demenza. Tuttavia, il consumo di pollame o uova ha ridotto il rischio di morte correlata alla demenza di circa il 15%. Il rischio di morte per malattie cardiache è aumentato nelle donne che mangiavano carne rossa (12%), uova (24%) e latticini (11%). Il consumo di uova era anche associato a un rischio maggiore del 10% di morire di cancro.
Negli Stati Uniti, le linee guida dietetiche federali raccomandano la quantità totale di proteine che una persona dovrebbe mangiare, ma non da dove possano provenire quelle proteine. “Tali raccomandazioni senza considerare fonti proteiche specifiche possono essere semplicistiche e insufficienti. I nostri risultati supportano la necessità di considerare le fonti proteiche nelle future linee guida dietetiche“, osserva il ricercatore.