Covid-19 carenza vitamina D

Il livello di vitamina D pare predittivo della severità del Covid-19: in particolare, la sua carenza nei malati sarebbe collegata alla necessità di terapia intensiva. Al contrario, buoni livelli di vitamina D parrebbero correlati a un minore rischio di sviluppare gravi difficoltà respiratorie ed esiti letali in caso di infezione. Un crescente numero di evidenze e dati epidemiologici suggeriscono un collegamento tra la gravità di Covid-19 e la sua prevalenza nelle aree caratterizzate da insufficienza di vitamina D.

Le vendite di vitamina D sono aumentate del 42% dall’inizio della pandemia. Nello studio sono state analizzate l’associazione tra i livelli di 25-idrossivitamina D e la gravità di Covid-19. I ricercatori hanno esaminato prospetticamente 103 pazienti ricoverati in ospedale e 52 persone con sintomi lievi. I valori di vitamina D dei partecipanti malati sono stati confrontati con quelli di 206 controlli, di età e sesso paragonabili, che sono stati sottoposti a una misurazione di 25OH D nell’ambito di una visita di routine.

 

Covid-19, correlazione tra carenza vitamina D e casi gravi

I dati danno un forte supporto ai precedenti suggerimenti che la riduzione dei livelli di vitamina D possano favorire la comparsa di gravi disfunzioni respiratorie e aumentare il rischio di mortalità. Sebbene sappiamo da diversi studi che un basso livello di vitamina D è associato a un rischio più elevato di avere il Covid-19 in forma grave, tale la correlazione non ne prova la causalità.

Saranno pertanto necessarie ulteriori ricerche per verificare se gli integratori di vitamina D possano prevenire il rischio di insufficienza respiratoria nei pazienti con infezione da SARS-Cov-2. L’uso di integratori per contrastare la carenza di vitamina D potrebbe essere di importanza per la riduzione del carico clinico dei focolai di infezione in corso e futuri. Questo, soprattutto, nelle persone che non possono esporsi regolarmente al sole e nella stagione invernale, quando nella maggior parte dei paesi l’esposizione alle radiazioni solari ultraviolette-B non permette alla pelle di sintetizzare la vitamina D.

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