Dell’impatto dell’uso dei filtri solari commerciali sulla nostra salute si dibatti ormai da tempo. Si tratta di una posizione tecnica ufficiale riguardante le notizie che circolano in Internet e nei social network che riguardano l’adozione di alcune sostanze e i possibili effetti avversi, come il loro assorbimento a livelli non raccomandati.
In molti, quindi, sperano di eliminare i dubbi sull’uso dei filtri solari. Persone e medici dovrebbero sempre essere ben informati su tutti gli argomenti relativi alla salute. Pertanto, molti chiarimenti contribuiscono possono essere utili e riportare ordine alla distorsione dei fatti che può essere dannosa in alcuni casi.
Cosa c’è da sapere
Ad oggi, non v’è alcun risultato per giustificare il cambiamento di raccomandazione sull’uso di creme solari con l’obiettivo di proteggere la pelle e ridurre gli effetti delle radiazioni su di essa. Cioè, questi prodotti possono e devono essere usati come prescritto dai medici.
I filtri solari sono una composizione di sostanze il cui uso sulla pelle esposta al sole è importante per il trattamento e la prevenzione di numerose malattie aggravate dalla radiazione solare, nonché un aiuto nella prevenzione del cancro della pelle in soggetti predisposti.
Secondo gli studi, l’assorbimento dei quattro ingredienti di una protezione solare (avobenzone, oxybenzone, ecamsule e octocrylene) applicata sulla pelle in regime di uso intensivo indica un aumento della concentrazione di sostanze nel sangue.
Tuttavia, l’esperimento condotto su un campione di individui è stato effettuato con l’applicazione di grandi quantità di crema solare, sul 75% della superficie della pelle, riapplicato su un regime di quattro volte al giorno, per quattro giorni. Nella valutazione, queste caratteristiche “contribuiscono ad un maggiore assorbimento di qualsiasi sostanza testata e non rappresentano l’uso quotidiano di filtri solari da parte della popolazione”.
Come avvertito, l’assorbimento dei prodotti applicati sulla pelle dipende da vari elementi legati alla sostanza, veicoli associati, quantità di prodotto utilizzato, spessore della pelle, età, posizione dell’applicazione, occlusione, idratazione della pelle, integrità della pelle, frequenza d’uso ed estensione della pelle applicata.
Inoltre, gli autori della ricerca sottolineano ancora che le concentrazioni riscontrate nel sangue non significano il rischio diretto di cancro negli organi interni, effetti ormonali o persino rischio di gestazione o allattamento.