covid-19 lockdown

L’ultima ricerca condotta da Avira, nota società nell’ambito della sicurezza informatica, ha evidenziato le nuove abitudini digitali degli italiani derivate da questo nuovo periodo di emergenza sanitaria dettato dal Covid-19.

La ricerca, che ha coinvolto in ciascun Paese 2.000 persone di età pari o superiore ai 18 anni residenti in Italia, Francia, Germania e Stati Uniti, illustra i cambiamenti comportamentali intervenuti durante la pandemia. Tra questi il maggior utilizzo dei dispositivi, lo smartworking e come questo sia stato accolto diversamente dai lavoratori di generazioni diverse, il distanziamento sociale e l’amplificazione del bisogno di interagire e comunicare con gli altri, fino ad arrivare alla mancanza di consapevolezza in merito alle minacce alla sicurezza associate al nuovo stile di vita digitale.

“Il modo in cui facciamo affidamento e utilizziamo i dispositivi digitali sono cambiati a causa degli eventi del 2020 e questo report evidenzia proprio queste variazioni” ha dichiarato Travis Witteveen, CEO di Avira. “Se è vero che la tecnologia può arricchire la nostra vita e connetterci – ed è una risorsa meravigliosa in tempi difficili come quelli dell’isolamento – c’è anche un lato oscuro del mondo digitale dal quale dobbiamo tutelarci”.

Anche i vari settori industriali hanno reagito in modi diversi alla pandemia: i lavoratori dei cosiddetti campi della conoscenza (amministrazione, IT, istruzione e formazione) dispongono della flessibilità del luogo di lavoro, e oltre il 60% della categoria ha intensificato il lavoro da remoto, mentre i settori della vendita al dettaglio e della sanità dipendono ancora fortemente dagli spazi lavorativi fisici.

 

La pandemia ha portato ad un nuovo stile di vita digitale oramai sempre più diffuso

La ricerca ha messo in luce che il 72% degli italiani ha utilizzato più spesso il proprio smartphone per comunicare tramite messaggi diretti e oltre il 70% ha dichiarato di utilizzarlo maggiormente per ricevere notizie e informazioni.

Un aumento significativo è in particolare riscontrabile nelle persone con più di 55 anni, dove oltre l’84% di coloro che avevano affermato che la pandemia aveva cambiato il loro modo di interagire con il PC, ha dichiarato di farne un uso più intensivo. Questi risultati riflettono gli effetti del nuovo contesto sociale sperimentato durante il lockdown. Inoltre, a causa del distanziamento sociale, le generazioni più anziane si sono viste costrette ad adeguarsi e imparare a usare le tecnologie moderne come mezzo di comunicazione con i propri cari, oltre che per essere aggiornate sull’evoluzione della pandemia.

Altro aspetto interessante è che il 43% degli intervistati che non lavorano ha dichiarato di aver ottimizzato il proprio router, e nonostante l’incremento degli acquisti tecnologici, il 40% degli italiani non protegge i propri dispositivi connessi.

In vista di nuove ondate della pandemia, gli italiani attribuiscono la priorità all’acquisto di articoli tecnologici mirati a migliorare l’organizzazione dell’ecosistema domestico: il 32% acquisterebbe un nuovo computer, ma solo il 24% prende in considerazione la possibilità di acquistare un software di sicurezza digitale e protezione dei dati in previsione di futuri lockdown o di situazioni di smartworking e didattica a distanza.

Ph. Credit: Avira