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Uno studio pubblicato il 9 ottobre 2020 sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences e condotto sui criceti ha mostrato che alte dosi di favipiravir, un farmaco indicato per l’influenza, hanno ridotto significativamente le concentrazioni del virus Sars-CoV-2 che causa il Covid-19 nei polmoni delle cavie.

La ricerca ha anche dimostrato che il farmaco ha ridotto la trasmissione del virus per contatto diretto, mentre l’idrossiclorochina, un farmaco comunemente usato per trattare la malaria, ha fallito come profilassi. Tuttavia, sono ancora necessari ulteriori studi clinici per esaminare se sia possibile che un effetto antivirale simile sia osservato negli esseri umani senza effetti tossici.

 

Lo studio

Per condurre lo studio, gli scienziati hanno selezionato una specie di criceto che si infetta rapidamente e sviluppa una lieve malattia polmonare, che è molto simile alle prime fasi del Covid-19 negli esseri umani.

Il trattamento è stato effettuato per quattro giorni con favipiravir o idrossiclorochina in animali malati e per cinque giorni in cavie sane per verificare se qualcuno di loro poteva prevenire la contaminazione. Degli otto animali che hanno ricevuto dosi più elevate del medicinale antinfluenzale, sei non avevano il virus nei polmoni dopo il trattamento.

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