Quasi 20.000 tonnellate di carburante sono state accidentalmente versate in un fiume nell’estremo nord della Russia, spingendo le autorità a dichiarare una situazione di “emergenza” e sollevando preoccupazioni tra ambientalisti e residenti.
In una dichiarazione, l’associazione ambientalista WWF ha dichiarato di essere lieta che l’inquinamento possa essere contenuto dalle dighe galleggianti create dalle autorità, prima di raggiungere un grande lago a nord della città artica di Norilsk (Siberia orientale).
Le immagini satellitari pubblicate da questa organizzazione non governativa (ONG) mostrano grandi aree rosse, causate da carburante, che coprono un fiume locale, l’Ambarnaia. Sui social media, diversi residenti hanno pubblicato video che mostrano parti del flusso inquinato.
L’inquinamento è stato causato dalla perdita, resa pubblica venerdì, di un serbatoio di carburante in una centrale termoelettrica situata a pochi chilometri a ovest di Norilsk. “Un serbatoio diesel è stato danneggiato e trapelato a causa dell’improvviso crollo dei pilastri, che è rimasto per 30 anni senza alcuna difficoltà“, ha dichiarato il gigante delle miniere Nornickel, proprietario dell’azienda che gestisce l’impianto.
I cambiamenti climatici a Norilsk
La città industriale di Norilsk è interamente costruita su un tipo di terreno minacciato dallo scioglimento causato dai cambiamenti climatici. Tuttavia, le autorità e gli ambientalisti non hanno ancora stabilito i motivi esatti dell’incidente o un collegamento ai cambiamenti climatici.
I pubblici ministeri nella regione di Krasnoyarsk hanno fatto sapere che una “emergenza” naturale è stata dichiarata a livello locale. È stata inoltre avviata un’indagine per scoprire la possibile “contaminazione del suolo”. Secondo la Commissione investigativa russa, lo sversamento rappresenta “circa 20 mila tonnellate di idrocarburi versati in quasi 350 metri quadrati“.
Nel corso di una riunione, Sergei Lipin, direttore della società NTEK, che gestisce la fabbrica, ha dichiarato che 500 metri cubi di prodotti petroliferi sono stati rimossi da una squadra di quasi 90 lavoratori, ancora attivi.
L’unità locale dell’agenzia sanitaria russa Rospotrebnadzor ha dichiarato di non aver rilevato l’inquinamento delle acque sotterranee. Tuttavia, il WWF chiede un monitoraggio della qualità dell’acqua a valle per impedire la diffusione di prodotti tossici nelle riserve naturali.