Tutti abbiamo ormai visto come la quarantena in Cina e in Italia hanno di fatto permesso all’ambiente di respirare un po’ di più. L’inquinamento è stato abbattuto, l’aria e l’acqua si sono pulite, gli animali sono tornati in molti luoghi. Tale effetto si vedrà sicuramente un po’ ovunque ora che anche altri paesi stanno entrando in una fase di quarantena generale. Un effetto collaterale positivo di una pandemia che sta mietendo vittime, un effetto però solo temporaneo.
Se da un lato tutto questo ci permette di vedere come in realtà l’ambiente è più resistente e migliorare la situazione è possibile, il pericolo è che i governi non prestino abbastanza attenzione a questo cambiamento. Il danno economico sarà molto grande e per riprendersi potrebbero decidere di scegliere di prendere misure per accelerare una ripresa a discapito dell’ambiente.
Coronavirus: il destino dell’ambiente dopo la quarantena
Alcuni governi stanno già prevedendo di accantonare politiche verdi per poter facilitare una ripresa economica, il contrario di quello che andrebbe fatto. Molti ricercatori avvertono che il virus, proprio a causa del danno alla ricchezza dei paesi, ostacoleranno a lungo termine le azione intraprese contro i cambiamenti climatici.
Le parole di una di questi ricercatori, Sarah Myhre: “Se le azioni continuano a essere mirate a salvare le società di combustibili fossili e le multinazionali e le banche, e investono in infrastrutture di combustibili fossili, allora stiamo scavando un buco più profondo in un luogo più violento e pericoloso. Penso che ci sia il potenziale per questa pandemia di diventare un momento di risveglio di massa della nostra capacità di avere più compassione l’uno con l’altro.”