vespa velutina

L’apicoltura e il nostro ecosistema sono in grave pericolo. Arriva dalla Cina, l’insetto killer che minaccia seriamente le nostre api, la vespa velutina. Dalle dimensioni di un calabrone, l’insetto è arrivato in Francia anni fa con un carico di bonsai dalla Cina; recentemente la vespa è stata avvistata in Italia, precisamente in Toscana e Massa. Le segnalazioni arrivano da alcune associazioni di apicoltori preoccupati per le nostre apette prese di mira dal nuovo predatore.

Questi cacciatori, se non verranno fermati, potrebbero avere effetti devastanti sull’apicoltura, sul nostro ecosistema e sulle biodiversità. Per bloccare quanto prima l’avanzata alcuni scienziati hanno già lanciato la rete Stop Velutina che consiste nel piazzare trappole cattura regine nelle arnie degli apicoltori. Le regine delle vespe sono coloro che danno origine alle armate di predatori, per questo motivo è cruciale catturarle prima che migliaia di loro attacchino i nostri alveari. Attualmente sono cinque le regine catturate a inizio stagione e non è assolutamente un buon segnale.

“L’obiettivo e’ arginare il fenomeno. Noi, grazie agli apicoltori, facciamo monitoraggio per conoscere la sua localizzazione sul territorio e cerchiamo di sensibilizzare la gente comune al problema perche’ ci aiuti a controllare la diffusione di questa specie aliena,” riferisce la professoressa Rita Cervo, biologa dell’Università di Firenze e punto di riferimento della rete Stop Velutina.

 

Le nostre api alla mercé del “predatore alieno”

La Cervo spiega che le nostre api sono spaventate poiché le stesse creaturine non hanno mai visto nulla del genere. Non hanno mai combattuto un simile nemico e per questa ragione non riescono ad adottare una strategia difensiva. Questo porta le api all’unica soluzione possibile, chiudersi nei loro nidi lasciando la colonia senza scorte di cibo.

“L’apiario, si può dire, è il supermercato delle velutine – spiega la biologa – che hanno bisogno delle proteine contenute nei muscoli delle api per nutrire le larve e allevare nuove regine.” La professoressa ha poi continuato: “Le operaie velutine si posizionano in volo statico pattugliando gli alveari e aspettano il ritorno delle api bottinatrici, stanche e cariche di polline, per ghermirle, staccar loro testa e addome e sventrarle per strappare i muscoli del torace”.

vespa velutina

La quiete prima della tempesta

Al momento le vespe non sono ancora nell’apice della loro caccia, dato che le regine in questo periodo stanno costruendo il loro nido primario, prevalentemente posizionato a bassa altezza su manufatti umani. Il nido può raggiungere nel tempo dimensioni impressionanti, anche di un metro.

In Cina e Corea al momento esistono altre specie di calabroni, che condividendo lo stesso habitat, riescono a tener testa alle velutine limitandone la diffusione. Purtroppo per Italia questa è una specie aliena e al momento oltre che monitorarle o distruggere i loro nidi non esistono ulteriori contromisure. La vespa velutina pare stia seguendo una precisa tratta geografica e potrebbe diffondersi in breve tempo in tutta Italia.

“Come il primo esemplare e’ arrivato in Francia dalla Cina sui container – commenta la professoressa Cervo, cosi’ potrebbe avvenire, in modo casuale, anche saltando dalla Toscana alla Calabria, per esempio. Perciò è importante sensibilizzare la gente comune sul problema e invitarla a segnalarci eventuali presenze sospette”.