carne rossa cuore

Mangiare carne rossa almeno due volte a settimana aumenta le possibilità di malattie cardiovascolari e di morte prematura, secondo uno studio americano pubblicato sul JAMA Internal Medicine. Gli autori spiegano inoltre che l’unico tipo di carne non associato ad alcun tipo di complicazione è il pesce. Pertanto, anche il pollame non porterebbe benefici alla salute.

 

Nessuna carne esclusa, tranne il pesce

In questi anni, in cui si ascolta e si legge di carne creata in laboratorio o a base vegetale, studi scientifici continuano ad analizzare i pro e i contro di quella vera, di origine animale. Negli ultimi giorni, sulla rivista scientifica JAMA Internal Medicine è stato pubblicato un articolo secondo cui consumare carne rossa, lavorata o meno, oppure pollame almeno due volte alla settimana aumenterebbe l’incidenza di malattie cardiovascolari del 3%. La conseguenza peggiore sarebbe imputabile a un elevato consumo di carne rossa: infatti, c’è il 3% di possibilità di arrivare a una morte prematura.

Il maggior rischio associato ad alimenti a base di proteine animali, nello specifico carni lavorate e carni rosse non lavorate, è basso, ma pur sempre importante spiega Victor Wenze Zhong, autore ed epidemiologo nutrizionale della Cornell University. Lo studio si basa sulle informazioni circa diete di 29.682 persone raccolte da studi precedenti svolti tra il 1985 e il 2002.

Per una porzione si intendono circa 110 grammi di carne rossa non trattata (la misura di un mazzo di carte), mentre una di pesce corrispondono a 85 grammi (la misura di un libretto degli assegni). La squadra di ricercatori ha analizzato le condizioni di salute dei partecipanti nel 2016 per osservare i cambiamenti che si sono verificati dalle ricerche precedenti a cui sono stati sottoposti.

salumi e insaccati

 

Un collegamento, non una causa

Lo studio, come qualunque altro nella letteratura medica, può solo affermare che esiste un collegamento tra carne rossa e malattie cardiovascolari o morte prematura. Ma non dimostra che sia essa a causare una qualunque di queste conseguenze negative. La ricerca si concentra su un campione di individui più grande e diversificato rispetto a quelle precedenti. Pertanto, sono state tenute in considerazione variabili tralasciate in passato, come l’eventuale quantità di bevande alcoliche e/o zuccherate, e l’attività fisica.

Secondo Zhong, il modo migliore per prevenire tutte le conseguenze del caso, è modificare l’alimentazione, riducendo all’osso o eliminando proprio la carne, per esempio prendendo in considerazione la dieta flexitariana, nota anche come semivegetariana.