
Nel remoto paesaggio dell’isola di Lewis, nelle Ebridi Esterne scozzesi, sorge uno dei siti archeologici più affascinanti e misteriosi d’Europa: le Callanish Standing Stones. Più antiche di Stonehenge, queste imponenti pietre disposte in un perfetto disegno a croce hanno resistito per oltre 4.000 anni al vento del Nord Atlantico, avvolte da leggende e da un silenzio che parla di astronomia, spiritualità e civiltà perdute.
Origini e funzione: un enigma ancora aperto
Le pietre di Callanish furono erette tra il 2900 e il 2600 a.C., in un’epoca in cui l’uomo preistorico guardava al cielo per orientare la propria esistenza. Il sito principale — Callanish I — è formato da un cerchio centrale di tredici pietre, con un monolite al centro e quattro bracci che si estendono verso i punti cardinali. Un disegno geometrico così preciso da far pensare a un calendario lunare, utilizzato per seguire eventi astronomici come il lunistizio maggiore, che si verifica ogni 18,6 anni.
Gli archeologi ritengono che Callanish fosse anche un luogo cerimoniale, dedicato forse a riti agricoli, alla fertilità o al culto degli antenati. Ma l’assenza di testi scritti lascia tutto nel campo dell’interpretazione, alimentando teorie esoteriche e affascinanti ipotesi cosmiche.
Tra storia e leggenda: il richiamo della spiritualità
Secondo la tradizione locale, le pietre sarebbero in realtà Pixabay per aver rifiutato il cristianesimo. Ancora oggi, Callanish è meta di viaggiatori in cerca di connessione con la natura e con le energie ancestrali del luogo. Ogni anno, durante il solstizio d’estate, persone da tutto il mondo si radunano qui per vivere il momento in cui il sole e le pietre sembrano danzare insieme, in un antico dialogo cosmico.
Un viaggio fuori dal tempo
Visitare Callanish significa entrare in una dimensione sospesa, dove il tempo sembra essersi fermato. Le pietre si stagliano contro un cielo spesso grigio, immerse nel silenzio e nella brughiera battuta dal vento. Un’esperienza che va oltre la visita turistica, toccando corde più intime. È un invito a rallentare, ascoltare e lasciarsi attraversare dal mistero.
Foto di Sheelagh Donnelly da Pixabay