La meditazione, soprattutto nella sua variante di consapevolezza (o “mindfulness”), è ormai diffusa a livello globale e raccomandata in ambiti che spaziano dal miglioramento del benessere mentale al trattamento dei disturbi emotivi. La mindfulness, basata sul concetto buddista dell’essere presenti a sé stessi, è spesso adottata per aiutare a gestire l’ansia, la depressione e per promuovere uno stato di calma e concentrazione. Tuttavia, diversi studiosi hanno iniziato a parlare anche dei possibili effetti collaterali di questa pratica. Tra loro c’è Miguel Farias, psicologo e docente all’Università di Coventry, che ha studiato i rischi associati alla meditazione.
Secondo Farias e altri ricercatori, ci sono prove crescenti che indicano che la meditazione possa talvolta scatenare effetti negativi nella sfera psichica, come ansia, depersonalizzazione e addirittura sintomi di psicosi in alcune persone. In effetti, i riferimenti a questi effetti collaterali esistono da secoli: già nei testi buddisti più antichi si trovano menzioni di individui che sviluppavano ansia o depressione durante la pratica. Inoltre, uno studio condotto nel 2022 nel Regno Unito e pubblicato sul BMJ ha analizzato i risultati della mindfulness su oltre 8.000 bambini, rilevando che, nei casi più vulnerabili, non ha migliorato la salute mentale e, in alcuni casi, ha persino peggiorato il loro stato emotivo.
Una delle ragioni per cui questi effetti negativi sono poco discussi è la crescente commercializzazione della meditazione, soprattutto nei Paesi occidentali, dove il business legato alla mindfulness ha raggiunto cifre da miliardi di dollari. Libri, corsi, app e centri di meditazione promuovono la consapevolezza come una panacea per il benessere mentale, ignorando talvolta le possibili ripercussioni psicologiche. Ronald Purser, autore di McMindfulness, definisce questa tendenza come una forma di “spiritualità capitalista” e sottolinea come, per alcuni, la meditazione possa rivelarsi controproducente.
Gli esperti avvertono che, sebbene la meditazione possa portare benefici, le sue pratiche non sono prive di rischi, e raccomandano di approcciarla con prudenza, specialmente per chi ha una storia di disturbi mentali. Anche se può sembrare una pratica innocua, è importante tenere in considerazione che ogni individuo risponde diversamente, e che, in alcuni casi, può provocare disagio psicologico. Sempre più persone, infatti, stanno condividendo online le loro esperienze negative con la meditazione, dimostrando che un approccio consapevole alla mindfulness deve includere anche la conoscenza dei potenziali rischi.