
La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia neurodegenerativa progressiva e devastante che colpisce le cellule nervose motorie del cervello e del midollo spinale. Non esiste una cura definitiva per la SLA, e i trattamenti attuali si concentrano principalmente sul sollievo dei sintomi e sul rallentamento della progressione della malattia. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca nel campo dell’immunoterapia ha suscitato interesse e ha offerto nuove prospettive per affrontare questa malattia debilitante.
Il recente studio ha rivelato per la prima volta che la modulazione delle cellule immunitarie può rallentare la progressione della malattia. Ricerche precedenti suggerivano un ruolo per le cellule immunitarie nella SLA, ma questa volta i ricercatori hanno utilizzato una tecnica di screening ad alto rendimento per identificare un particolare tipo di proteina. I ricercatori hanno implicato la proteina, nota come integrina alfa-5.
SLA, un nuovo trattamento immunoterapico è stato scoperto da uno studio
L’immunoterapia è una forma di trattamento che sfrutta il sistema immunitario del corpo per combattere le malattie. Nel caso della SLA, gli scienziati stanno esplorando l’uso dell’immunoterapia per modulare la risposta immunitaria del paziente e ridurre l’infiammazione dannosa nel sistema nervoso centrale. L’obiettivo è quello di proteggere le cellule nervose motorie dalla distruzione e ritardare la progressione della malattia.
Gli anticorpi monoclonali sono proteine progettate per riconoscere specifici bersagli nel corpo, come le cellule immunitarie responsabili dell’infiammazione. Un’importante linea di ricerca sta mirando a sviluppare anticorpi monoclonali capaci di neutralizzare le cellule immunitarie dannose coinvolte nella SLA, riducendo così l’infiammazione e preservando le cellule nervose motorie. Un’altra promettente frontiera dell’immunoterapia per la SLA è la terapia genica.
Questo approccio coinvolge la modifica del DNA del paziente per produrre molecole che possono inibire selettivamente l’infiammazione e proteggere le cellule nervose motorie. Gli studi preclinici su modelli animali hanno dimostrato risultati promettenti, e ora gli sforzi sono concentrati sulla traduzione di questi risultati nella pratica clinica umana. Nonostante i progressi fatti, l’immunoterapia per la SLA affronta ancora diverse sfide. Una delle principali è la capacità di fornire il trattamento direttamente al sistema nervoso centrale, dove si concentra la patologia della malattia. Il cervello e il midollo spinale sono protetti da una barriera emato-encefalica, che rende difficile il passaggio delle molecole terapeutiche. Superare questa barriera rappresenta una sfida significativa ma fondamentale per il successo dell’immunoterapia.
Lo studio suggerisce il potenziale per l’applicazione di immunoterapie alla SLA poiché è già utilizzata nel cancro e più recentemente attraverso l’uso di anticorpi monoclonali contro l’Alzheimer. A questo punto, non possiamo dire che sia una cura, ma è un inizio molto interessante. Potrebbe essere simile a ciò che l’immunoterapia ha fatto per il cancro o farà per l’Alzheimer prendendo di mira le cellule immunitarie. Il prossimo passo nella ricerca sarà lo sviluppo di studi sulla risposta alla dose nel modello murino, e alla fine spera di vederlo progredire al punto che possa essere usato per curare le persone con SLA.
Foto di Steve Buissinne da Pixabay