
La flessibilità è la capacità che ognuno di noi ha per compiere movimenti ampi, ovviamente limitati secondo le possibilità muscolari e dipende da alcuni fattori come l’elasticità tendinea e dalla mobilità articolare. Inoltre la flessibilità è influenzata dalle caratteristiche anatomo/funzionali della persona, dalla temperatura dell’ambiente e dalla condizione di riscaldamento dell’organismo.
Avere una maggiore flessibilità aiuta a muoversi più agilmente, ridurre la possibilità di un infortunio e mantenere una posizione scorretta. Esistono vari metodi o esercizi per allenare la flessibilità muscolare ma, indubbiamente, il più noto e diffuso è quello degli esercizi di stretching. Questi possono contribuire a mantenere e migliorare sia la flessibilità, sia la mobilità articolare e l’elasticità, conferendo una piacevole sensazione di rinnovata vitalità.
Flessibilità, ecco gli esercizi che possono migliorarla
Tuttavia in cosa consiste lo stretching? Sappiamo che è di origine americana, ma questa pratica è approdata in Europa e in Italia nei primi anni ’80. Consiste, appunto, nella ricerca di allungamento muscolare attraverso l’esecuzione di esercizi di stiramento, semplici o complessi, allo scopo di mantenere l’organismo in un buon stato di forma. Da alcuni decenni questa pratica è diventata di comune routine in tutti i programmi di allenamento, prima, durante e dopo la prestazione. Negli ultimi tempi però molte evidenze scientifiche sono contraddittorie rispetto alla didattica internazionale sui temi riguardanti alcune branche dello stretching.
Ciò che è emerso è semplicemente che gli esercizi di stretching per la flessibilità possono rivelarsi controproducenti se eseguiti prima di una prestazione di forza o potenza, sia lato prestativo, sia lato “stabilità articolare”. Se da una parte lo stretching è correlato positivamente all’aumento delle funzionalità, dall’altro sembra inefficace dal punto di vista terapeutico su certe patologie muscolo-articolari, limitatamente o per nulla preventivo sugli infortuni se praticato prima degli sforzi, inutile per contrastare l’insorgenza dei DOMS o per velocizzare il recupero. Per chi non ha una buona flessibilità basta praticare anche per soli 10 minuti al giorno esercizi di stretching per migliorare la propria condizione generale.
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Yoga
È il nome di un gruppo di pratiche e discipline fisiche, mentali e spirituali originariamente indiane. Rappresenta una delle sei scuole ortodosse tradizionali filosofiche indù. Esiste una grande varietà di correnti di pensiero, tecniche e obbiettivi yoga, che non si radicano solo nell’induismo, ma anche nel buddismo e nel jainismo. È il metodo con cui si calma la mente irrequieta, mentre l’energia vitale è direzionata costruttivamente. Come un potente fiume imbrigliato con dighe e canali che crea un vasto serbatoio d’acqua, previene la carestia e fornisce una gran quantità di energia per l’industria, così anche alla mente, quando viene controllata, fornisce una riserva di pace e genera abbondante energia per l’elevazione umana.
2. Allungamento
Fare esercizi di stretching o allungamenti delle spalle ad esempio aiuta a sciogliere i muscoli e migliorare la circolazione sanguigna. Inoltre permette ai muscoli di non irrigidirsi. In definitiva i muscoli sono collegati l’uno con l’altro dalle fasce che avvolgono i muscoli e dal tessuto connettivo, che a sua volta avvolge ogni componente del corpo; quando anche un solo muscolo per qualche ragione si accorcia, esso provoca un’azione sull’intera catena muscolare, la quale disturberà inevitabilmente tutta la struttura muscolo-articolare, fino ad arrivare agli organi.
3. Affondi
Gli affondi sono un esercizio per rafforzare la parte posteriore del nostro corpo, ossia cosce e glutei. Gli affondi creano anche un affaticamento metabolico, che consente di trarre il massimo anche dagli altri esercizi migliorando il livello di forza fisica generale. Inoltre, coinvolgendo molti muscoli e richiedendo molta energia stimolano il rilascio di elevate quantità di ormoni anabolici come il testosterone e l’ormone della crescita. Praticarli correttamente inoltre può aiutare ad allenare i tessuti muscolari.
4. Toccare le dita dei piedi
Mantenere una buona flessibilità è fondamentale per riuscire a svolgere al meglio le normali attività quotidiane, soprattutto con il passare degli anni. Toccarsi le dita dei piedi è un ottimo segnale di elasticità ma se non si è allenati riuscirci non è semplice. Per arrivare a compiere l’impresa però potrebbe essere utile compiere questi esercizi di allungamento, ogni giorno per un mese, che allenando i muscoli di spalle, schiena e quelli posteriori della coscia aumentano la flessibilità complessiva. Inoltre può alleviare lo stress e allungare la colonna vertebrale.
5. Squat
Lo squat è un esercizio multiarticolare e considerato un “fondamentale” dell’allenamento per la massa e/o la forza di cosce e glutei. È con tutta probabilità, l’esercizio migliore per tonificare e rinforzare la muscolatura degli arti inferiori – ma non per questo, come anticipato, dev’essere considerato insostituibile. Il movimento è apparentemente semplice; involontariamente lo eseguiamo ogni volta che ci sediamo e solleviamo da una sedia, ma ciò non toglie che siano necessari elasticità e mobilità, spesso inadeguate nelle persone sedentarie o decondizionate. Inoltre contribuirà a rafforzare la parte posteriore del corpo e cosi aumentare l’elasticità muscolare.