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Ci sarà sempre una prossima pandemia. Come a livello generale quella di Covid-19 non ha stupito più di tanto, in futuro dovremo fare i conti con altri eventi del genere. Adesso, ma come già prima, ricercatori in tutto il mondo tengono sott’occhio diversi virus per cercare di anticipare quello che potrebbe causare un nuovo problema sanitario, locale o globale.

Se nel fare questo si studiano prevalentemente gruppi di animali sensibili, c’è anche altro che viene osservato con particolare attenzione. Si parla dei ghiacciai, non solo quelli delle catene montuose, ma anche l’Artide e l’Antartide. Sepolti sotto millenni e millenni di ghiaccio sono presenti altri agenti patogeni il cui passo sull’uomo potrebbe risultare particolare pericoloso.

 

Una pandemia dai ghiacci: virus ibernati e in attesa

Le parole dei ricercatori: “L’unico risultato che possiamo portare a casa con sicurezza è che con l’aumento delle temperature, il rischio di spillover in questo particolare ambiente è in aumento. Questo porterà a una pandemia? Non lo sappiamo assolutamente. Abbiamo urgente bisogno di esplorare i mondi microbici in tutto il nostro pianeta per comprendere questi rischi nel contesto. Due cose sono molto chiare ora. In primo luogo, che l’Artico si sta riscaldando rapidamente e che i maggiori rischi per l’umanità derivano dalla sua influenza sul nostro clima. In secondo luogo, che malattie provenienti da altrove stanno trovando la loro strada nelle comunità vulnerabili e negli ecosistemi dell’Artico”.

Molti studi si sono già concentrati su questo mondo ghiacciato e sono state fatte molte scoperte. Per esempio, in un altopiano tibetano sono stati trovati 33 virus ibernati e di questi 28 erano totalmente nuovi. Un altro esempio risale al 2014 dove sono alcuni scienziati sono riusciti a rendere un virus gigante di 30.000 ancora contagioso.