Quello che la pandemia di Covid-19 ci ha dovuto insegnare, tra le tante cose in realtà, è che nella realtà non abbiamo una cura per ogni singola malattia, neanche per tutte quelle causate da un agente patogeno esterno. Lo stiamo vedendo tutt’ora con il vaiolo delle scimmie la cui difesa migliore per le persone a rischio, attualmente, è vaccinarsi; storia già sentita, appunto. Una nuova ricerca sembra aver messo a punto un trattamento terapeutico però.
Quello che può sorprendere è la relativa velocità con cui si è trovato un trattamento topico per il vaiolo delle scimmie. È proprio l’esperienza accumulata con virus precedenti, come zika, dengue, ma anche il SARS-CoV-2, che ha permesso di raggiungere tale traguardo. Ovviamente essendo un farmaco, l’iter per l’approvazione richiederà altro tempo, ma in generale la scoperta indica che forse siamo diventati più efficienti a trovare delle cure.
Vaiolo delle scimmie: un nuovo trattamento
Le parole di Fuming Zhang, ricercatore presso il Centro di Biotecnologie e Studi Interdisciplinari di New York: “Negli ultimi tre anni, le malattie virali hanno assunto una nuova urgenza e si sono concentrate nella ricerca e sviluppo con il COVID-19 che ha innalzato il profilo della potenza e della complessità dei virus. Per anni, i ricercatori dell’RPI hanno esaminato la struttura dei virus e l’interazione di diverse proteine virali con i loro bersagli cellulari umani. Questa esperienza ci ha portato alla scoperta di questo potenziale trattamento topico. La scoperta dimostra il ruolo di RPI come una delle migliori università di ricerca al mondo e il valore e il potere della ricerca di base nell’interfaccia tra scienza e ingegneria nell’identificazione di soluzioni che hanno un impatto sulla società.”