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Un aneddoto noto a molti vorrebbe che la roulette, uno dei più iconici intrattenimenti della storia, possa vantare un genitore nobilissimo: si tratterebbe nientemeno che di Blaise Pascal, illustre scienziato, filoso e matematico francese vissuto nel 17esimo secolo. In effetti, tra le sue tante pubblicazioni, Pascal fece riferimento a una roulette, da lui citata nei suoi studi sul moto perpetuo; nonostante il fascino di tale ricostruzione, in realtà il termine indicava una particolare curva e non è pertanto da mettere in relazione all’iconico passatempo. Ciononostante, non è per questo escluso che alla roulette siano associabili approcci scientifici e tecnici: al contrario, nel corso degli anni sono stati moltissimi a cercare un metodo tecnologico che sfidasse la casualità della roulette, a dimostrazione di come, nonostante la sconfessata paternità di uno scienziato come Pascal, il fascino dello studio dietro la roulette non abbia mai cessato di far sentire il suo peso.

I primi tentativi di predire il comportamento della pallina su una roulette, in effetti, risalgono ai primi modelli di quest’ultima: negli anni ’40 dello scorso secolo due studenti universitari statunitensi studiarono un metodo basato proprio sulle caratteristiche meccaniche della roulette. I due, consci dell’impossibilità che un macchinario fosse astrattamente perfetto, ipotizzarono che le caratteristiche specifiche di ogni singola macchina determinassero delle imperfezioni tali da poter rendere prevedibile l’esito di un lancio di pallina. Attraverso numerose misurazioni cronometriche, i due furono in effetti in grado di dimostrare come ogni macchina avesse più probabilità di far terminare la corsa della pallina su una zona piuttosto che un’altra della ruota; tuttavia, il semplice cambio del macchinario vanificava completamente un approccio del genere.

Pochi anni dopo, negli anni ’50, il problema venne affrontato da un punto di vista fisico, cosa che portò alla nascita di un prototipo di computer indossabile. Altri due studenti ipotizzarono che, applicando alla pallina le leggi della fisica, fosse possibile prevedere in che zona questa avrebbe terminato la sua corsa. Dividendo la ruota in settori, e utilizzando come input quello sul quale la pallina avrebbe cominciato il suo giro, i due crearono un computer in grado di approssimare il settore nel quale questa si sarebbe potuta fermare. Per quanto la teoria fosse valida, a rendere il metodo impraticabile fu banalmente l’insufficiente velocità di calcolo: all’epoca non erano disponibili computer in grado di terminare i calcoli necessari entro il tempo che la pallina terminasse il suo moto.

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Evidentemente, era solo questione di tempo prima che la tecnologia progredisse al punto da rendere superabile tale problema: è bastato arrivare agli anni ’70. Un altro gruppo di studenti prese spunto dagli studi fisici approntati negli anni ’50 e li applicò a un computer indossabile adattato: fu ridotto alle dimensioni idonee a poter essere infilato in una scarpa, venne reso azionabile tramite un interruttore premuto con l’alluce e, attraverso degli elettrodi, il macchinario era in grado di produrre delle vibrazioni prestabilite in maniera da comunicare all’utilizzatore le probabilità di successo di una puntata. Anche in questo caso, a una teoria dimostratasi valida si contrappose la realizzazione pratica: il sudore del piede, a contatto con i circuiti del macchinario, lo rendeva in brevissimo tempo inutilizzabile. La storia del gruppo, chiamatosi Eudaemons, ha avuto grande risalto: a essa si sono rifatti recenti studi scientifici, e ha finito per essere riportata in una puntata della serie TV CSI e persino su History Channel.

Al giorno d’oggi tali metodi tecnologici sembrano di difficile applicazione: da ormai diversi anni infatti il passatempo è maggiormente diffuso in rete, dove le piattaforme con roulette online sono fra le più frequentate. Considerato come tutti i precedenti approcci tecnologici avessero come presupposto una roulette fisica, è evidente come si tratti di storie ormai consegnate al passato.

Ad ogni modo, questo non deve rendere meno importanti i tentativi fatti: l’approccio scientifico a un macchinario totalmente arbitrario come la roulette ha permesso la nascita di alcune soluzioni e accorgimenti tecnologici che sono stati in grado di portare nei loro campi delle evoluzioni ancora oggi affascinanti, oltre a confermare come i progressi tecnologici possano provenire dalle direzioni più insolite.