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Sempre più spesso, recentemente, si parla dell’alto tasso di inquinamento prodotto dai Bitcoin e dalle criptomonete in generale. L’estrazione di Bitcoin consuma più elettricità di 20 Paesi europei. I numeri sono aumentati e sempre più persone si lanciano nell’estrazione dei Bitcoin. Secondo recenti stime, la rete Bitcoin può raggiungere i 143 Twh all’anno.

Numeri da capogiro dovuti sicuramente all’ampio successo dei Bitcoin e al numero sempre più consistente di persone che investono. In Internet, infatti, ci si può affidare a molte piattaforme di investimento, come il sito Web ufficiale di Crypto Engineper lanciarsi su un mercato in crescita sebbene dettato dall’innata volatilità che lo contraddistingue.

 

Consumo energetico del mining di criptovalute

Bitcoin è una valuta virtuale creata nel 2009, basata sul sistema peer-to-peer (P2P). Il P2P è un sistema che non prevede l’esistenza di un’autorità centralizzata che controlli la valuta o le transazioni, come avviene con altre valute (ad esempio, l’Euro è controllato dalla Banca Centrale Europea).

Dati recenti rivelano che una transazione Bitcoin può rappresentare un consumo energetico di 100kWh. Per darvi un’idea di confronto, 100kWh è il consumo di una lampada da 50W per tre mesi o il mantenimento di un riscaldatore elettrico per quattro giorni. Secondo dati recenti, il consumo energetico del mining di criptovalute può raggiungere i 143 Twh all’anno.

Bitcoin rappresenta già lo 0,63% della domanda energetica mondiale, con la Cina che è il Paese con il più alto livello di attività. Come già rivelato, se Bitcoin fosse un Paese, avrebbe un consumo maggiore di un Paese come l’Argentina, ad esempio.

Il consumo annuo di elettricità in Portogallo era di 48,8 TWh nel 2020; quindi, in una semplice equazione, Bitcoin consuma 2,5 volte di più di tutto il Portogallo in un anno.

La creazione e i trasferimenti di valuta si basano su una rete open source e su protocolli crittografati che costituiscono la base della sicurezza e della libertà di Bitcoin, rendendo istantanee le transazioni tra gli utenti.

La sua invenzione è stata opera di un “misterioso” guru informatico, il cui nome di riferimento è il suo pseudonimo Satoshi Nakamoto. Questa moneta viene creata utilizzando una formula matematica molto complessa.