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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Le persone con demenza hanno tre volte più probabilità di morire e di avere un Covid-19 grave rispetto agli individui sani. Nel caso del morbo di Alzheimer, i pazienti di età superiore agli 80 anni le probabilità sono fino a sei volte maggiori. Questo dato è stato sottolineato da un’analisi effettuata dai ricercatori dell’USP (Università di San Paolo), dell’UFRJ (Università federale di Rio de Janeiro) e dell’Instituto Butantan.

 

Cos’è le demenza

La demenza è un gruppo di sintomi causati da malattie degenerative del sistema nervoso, che provocano una progressiva perdita delle funzioni cerebrali, come la memoria, il ragionamento e la discriminazione.

L’Alzheimer è la malattia più comune e colpisce direttamente la memoria, la caratteristica principale riscontrata dagli scienziati nell’osservare i casi più gravi di Covid-19 tra gli anziani.

Per fare la ricerca, il team di ricercatori brasiliani ha utilizzato il database sanitario del Regno Unito, che registra le presenze dal 2006, con circa 500.000 volontari serviti dal sistema sanitario pubblico del paese.

Poiché i test Covid vengono eseguiti su larga scala, è stato possibile avvalersi di pazienti gravemente infetti o meno, i decessi, e che avevano qualche malattia preesistente. Sono stati analizzati un totale di 12.800 persone anziane, nelle fasce di età da 65 a 74, da 75 a 79 e oltre 80 anni.

 

L’esperimento

Lo studio ha rilevato che l’età degli infetti era un fattore determinante per l’aggravarsi dei casi, ma non le comorbidità. I dati hanno mostrato che, durante i pazienti ipertesi, le complicanze cliniche sono aumentate fino a un massimo del 30%; e se le persone con cancro e asma hanno ridotto l’incidenza dei casi, i pazienti con demenza hanno avuto una significativa possibilità di infezione, peggioramento e morte.

In media, nei malati di Alzheimer, si sono segnalate tre volte più possibilità di infezione e peggioramento dei casi durante il ricovero, che può portare alla morte. I risultati mostrano ancora che le persone di età superiore agli 80 anni il rischio è aumentato fino a sei volte.

I ricercatori non hanno concluso perché i rischi fossero maggiori, ma hanno sollevato due possibilità. Uno è che i problemi del sistema immunitario e l’infiammazione cronica aumentano la vulnerabilità dei pazienti al Covid-19 e riducono la capacità del corpo di rispondere alla SARS-CoV-2.

L’altra ipotesi è relativa alla barriera emato-encefalica [struttura del cervello che protegge il SNC (Sistema Nervoso Centrale) da sostanze potenzialmente neuro-tossiche]. Un cambiamento in questa struttura, causato dall’Alzheimer, può aumentare i tassi di infezione del sistema nervoso centrale.