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Image by Raman Oza from Pixabay

Un nuovo studio mostra che un interruttore molecolare è responsabile nel rendere il cervello umano tre volte più grande di quello dei grandi primati. La grande dimensione del nostro cervello è uno degli attributi che ci distingue dai nostri parenti primati più stretti. Ora, un nuovo studio aiuta a chiarire questa differenza.

Il team di scienziati che si è occupato dello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cell, ha iniziato raccogliendo cellule da umani, scimpanzé e gorilla e le ha riprogrammate come se si trattassero di cellule staminali. Successivamente, i ricercatori hanno sviluppato queste cellule in modo che diventassero organoidi cerebrali (piccoli pezzi di tessuto cerebrale larghi pochi millimetri).

Dopo diverse settimane, gli organoidi del cervello umano erano di gran lunga i più grandi di tutti e uno sguardo più attento ne ha rivelato il motivo. Nel tessuto cerebrale umano, le cosiddette cellule progenitrici neurali, quelle che per intendersi formano tutte le cellule cerebrali, sono state divise più che nel tessuto cerebrale dei grandi primati.

Il modello matematico del processo ha mostrato che la differenza nella proliferazione cellulare avviene così presto nello sviluppo del cervello, che finisce per portare a quasi il doppio del numero di neuroni nella corteccia cerebrale di un essere umano adulto, rispetto a quello dei grandi primati.

 

La svolta nella ricerca

È stato allora che gli scienziati hanno identificato un gene cruciale nell’intero processo. Conosciuto come ZEB2, si tratta di un gene che viene attivato successivamente nel tessuto umano, consentendo alle cellule di dividersi ulteriormente prima di maturare.

I test hanno dimostrato che ritardare gli effetti di ZEB2 ha causato la crescita del tessuto cerebrale dei gorilla, mentre attivarlo prima negli organoidi del cervello umano li ha fatti crescere più simili a quelli delle scimmie. È, quindi, una sorta di interruttore molecolare che controlla la crescita del cervello ed è responsabile di rendere l’organo umano tre volte più grande del cervello dei grandi primati.