Sappiamo bene che le piante non hanno un cervello e che non hanno di certo le capacità cognitive degli animali. Ma secondo un recente studio questo potrebbe non essere del tutto vero. Sembrerebbe infatti che le piante siano in grado di imparare alcune cose in modo simile agli esseri umani e agli animali. I ricercatori sostengono che siano in grado di contare, prendere decisioni, riconoscere i familiari e persino ricordare alcuni eventi.
Ecco come le piante imparano dai loro errori
Il professor Umberto Castiello, dell’Università di Padova, ritiene infatti che “si stanno accumulando prove a sostegno della teoria che le piante possono comunicare, ricordare, decidere e persino contare: tutte abilità che normalmente si chiamerebbero cognitive se fossero osservate negli animali.”
Un esperimento ha mostrato come le piante di mimosa pudica possano ricordare eventi traumatici come le cadute. Durante l’esperimento la pianta è stata fatta cadere da 6 a 60 volte di seguito, Nelle prime cadute la pianta richiudeva le foglie, una sua caratteristica quando si sente minacciata. Mentre alla fine dell’esperimento la pianta aveva smesso di ripiegare le foglie. Questo significa che la mimosa si è resa conto che cadere da quell’altezza non le recava nessun danno. Castiello è rimasto inoltre colpito nel constatare che “questo riflesso dura fino a un mese, il che dimostra l’acquisizione e l’espressione di una memoria di lunga durata.”
La venere pigliamosche sa anche contare
In un altro esperimento invece, eseguito sulla pianta carnivora venere pigliamosche, si è scoperto che queste piante possono contare. Nello specifico contano il numero di passi compiuti dalla preda. Il motivo per cui lo fanno, potrebbe essere quello di evitare di sprecare energia “cacciando” inavvertitamente gocce di pioggia o detriti trasportati dal vento.
Inoltre, e probabilmente per lo stesso motivo, la venere pigliamosche fa scattare la sua trappola solo se un insetto si posa per due volte consecutive in 20 secondi. Questo significa che per breve tempo queste piante sono in grado di ricordare e memorizzare un evento.
Le piante possono comunicare a loro vantaggio e sanno addirittura riconoscere i parenti
In altri studi invece è stato dimostrato che le piante sino in grado di manipolare i comportamenti delle altre piante nelle vicinanze. Ad esempio se il terreno è secco e l’acqua è poco disponibile, le piante invieranno dei segnali alle altre attraverso le loro radici, convincendole a risparmiare risorse e soprattutto acqua. In questo modo assorbiranno meno acqua dal terreno che ne è già scarso, traendone beneficio entrambe.
Un altro peculiare “comportamento” delle piante, che mai ci aspetteremmo da un vegetale, è quello di saper riconoscere i propri “familiari”. Si è notato infatti che alcune piante sono in grado di rilasciare un maggior numero di metaboliti secondari, come deterrente per i potenziali predatori, quando sono piantati in prossimità dei loro, per così dire, parenti.
Le piante hanno dunque dei comportamenti che ci aspetteremmo dagli animali, non certo da organismi che abbiamo sempre ritenuto essere privi di cervello e di apprendimento. Questo potrebbe rappresentare un bel dilemma per i vegani.
Immagini: Foto di Steve Buissinne da Pixabay