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Siamo nel 2020 e ancora si discute se gli smartphone fanno venire il cancro quindi non c’è da stupirsi se qualcuno sta mettendo sotto accusa la rete di ultima generazione, il 5G. Da quando è stato implementato, le fake news in merito sono fioccate senza fine, ma poi è successo altro. È arrivata da una pandemia globale causata da un coronavirus noto come SARS-CoV-2. Il risultato? Dalle parole, ai fatti. Ecco che le persone hanno iniziato ad attaccare le centraline della suddetta rete.

La situazione più grave in merito l’abbiamo vista nel Regno Unito dove c’è stato un attacco sistematico alle centraline tanto che finora si sono contati 20 alberi abbattuti. Il giro di queste fake news ha fatto però il giro di tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti. Le prove dietro il collegamento tra il 5G e il coronavirus sono inesistenti e quelle circostanziali si basano su fili molto sottili.

 

Coronavirus e il collegamento con il 5G

Il discorso lo si fa sulle frequenze usate dalla rete in questione, le frequenze che vanno dalla gamma di 30 a 300 gigahertz; il 4G sfrutta quella da 6 gigahertz. Nonostante un numero così alto possa causare qualche timore, l’energia prodotta non è abbastanza per rompere i legami chimici dei tessuti umani. In sostanza, una radiazione non ionizzante. Le radiazioni non possono in alcun modo penetrare la pelle umana e non possono facilitare il lavoro del virus in alcun modo.

Il dilagare delle fake news è una piaga già di suo, ma in una situazione del genere lo è ancora di più. Non ci sono scuse per diventare uno dei tanti che condivide a nastro notizie del genere. Non vanno ad aiutare nessuno se non il portafoglio di chi li ha create e di chi li ha fatte girare in primis.