La maggior parte dei sistemi sanitari dei vari paesi si sta concentrando sulla pandemia da coronavirus, ma questo non vuol dire che tutto il resto sta venendo ignorato. Certo, tutte quelle ospedalizzazioni o di interventi chirurgici non necessari sono stati rimandati. Ci sono alcuni casi che però non possono aspettare.
In questa situazione si sta registrando una penuria di sangue. Il sistema di donazioni si è fermato in diversi paesi, come gli Stati Uniti. Le trasfusioni di sangue sono parte integrante di molti interventi e di trattamenti per alcune patologie. Senza il sangue in questione, non possono essere portate avanti.
Prendendo d’esempio gli Stati Uniti, i dati forniti riguardano solo loro per ora, si capisce della portata del problema. Ogni giorno hanno bisogno di 36.000 unità di globuli rossi, 7.000 unità di piastrine e 10.000 unità di plasma. Mentre per i globuli rossi si può fare affidamento alle riserve in quanto resistono fino a 42 giorni, per le piastrine non è così; resistono fino a 5 giorni.
Il coronavirus e le riserve di sangue
In Cina la situazione era grave dopo le prime settimane di quarantena. I medici hanno dovuto iniziare a donare sangue loro stessi, previa analisi accurata, per poter riuscire a rispondere un minimo alle necessità dei tanti pazienti. Per evitare una situazione del genere, i vari paesi dovranno mettere in piedi un sistema di approvvigionamento ad hoc così da garantire un flusso costante. Se già prima bisognava fare analisi accurate per capire se il donatore era sano, ora bisogna farlo anche per il coronavirus.