pangolino

Il pangolino potrebbe essere l’animale che ha contribuito allo scoppio dell’epidemia di Coronavirus nell’uomo, secondo lo studio di un’università cinese. Il piccolo mammifero in via di estinzione è, infatti, vittima e punta di diamante del mercato di contrabbando cinese, per via delle squame e della carne considerata una delizia.

 

L’anello di congiunzione tra il pipistrello e l’uomo

Si registrano ogni giorno sempre più contagiati dal Coronavirus: ad ora si contano oltre 31 mila casi e 700 decessi in tutto il mondo. Si ritiene che il virus si sia sviluppato nei pipistrelli ma il passaggio da animale a uomo non è stato immediato. Secondo gli ultimi studi, infatti, si fa avanti l’ipotesi della presenza di un ulteriore animale come anello di congiunzione tra il chirottero e l’uomo.

“Per 2019-nCoV i pipistrelli sono l’origine probabile, sulla base delle prove sequenziali di campioni nei primi pazienti che hanno sviluppato la polmonite, in cui i ricercatori hanno trovato un’identità dell’85% con un genoma precedentemente pubblicato di coronavirus, simile a SARS di pipistrello” riporta la rivista Lancet. Ciò è giustificato dal fatto che l’animale è portatore di numerosi virus, di cui però non cade vittima. Tuttavia, non sono loro a causare la trasmissione nell’uomo: la South China Agricultural University, in una nota sul suo sito, ha annunciato di aver scoperto che il colpevole sarebbe il pangolino.

 

Il pezzo forte del mercato nero cinese

Il pangolino è un piccolo mammifero in via di estinzione, che somiglia a un formichiere con le squame: queste sono morbide, soprattutto nei cuccioli, e utilizzate nella medicina tradizionale mentre la carne è considerata una prelibatezza. È vittima, per tali motivi, dei traffici di contrabbando, che stanno minacciando la specie. 

squame pangolino

 

Come spiegato dell’università cinese, dopo aver eseguito esami su più di mille campioni di animali, gli scienziati hanno trovato che nei pangolini, la sequenza dei genomi del Coronavirus è quasi completamente identica – si parla del 99% – a quella dei pazienti contagiati. “Questa scoperta è di grandissima rilevanza per la prevenzione e il controllo dell’origine del virus”, si legge sul sito della South China Agricultural University.

Tuttavia, la comunità scientifica internazionale è più cauta nel colpevolizzare il pangolino. Infatti, secondo il professore di medicina veterinaria della Hong Kong’s City University, Dirk Pfeiffer, ha dichiarato che c’è ancora molta strada da fare prima di dimostrare che questo animale abbia diffuso il virus. Inoltre, mancano le prove scientifiche che colleghino il pangolino e il mercato di Wuhan, epicentro dell’epidemia.