“Sono nato nel 1962. Non ho mai vissuto una guerra. Ho conosciuto la guerra fredda, il rischio di un conflitto, ma mai la guerra. Ho avuto la fortuna di vivere nel periodo più pacifico della Storia d’Europa. 70 anni di assenza di conflitti, a parte quello triste e cruento dell’ex Jugoslavia.”

Così inizia il lungo post di Alberto Angela su Facebook con cui ha presentato sabato la puntata di Ulisse dal titolo “Viaggio senza ritorno” dedicata all’olocausto, alla deportazione ed il viaggio degli ebrei italiani verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau nel 1943.

Un lungo appello, molto personale e commosso, rivolto soprattutto ai giovani, in cui emerge l’importanza della conoscenza del nostro passato. Dalle sue parole si capisce quanto sia importante la divulgazione dei fatti storici. Come egli stesso ha scritto infatti “c’è sempre il rischio che i volti bui della Storia riappaiano. L’unico modo per evitarlo è conoscerla, la Storia.”

Angela prosegue poi spiegandoci perché è così importante conoscere e entrare nella storia, che in fondo è il perché del suo obiettivo come divulgatore. Molti di noi, soprattutto i più giovani non hanno mai vissuto l’orrore di una guerra, ma è importante capire quali sono affinché non si ripetano.

 

Un commovente appello sull’importanza di conoscere il nostro passato

“Io non so cosa significhi vivere sulla propria pelle le privazioni di una guerra: la fame, i bombardamenti, la morte dei tanti a cui vuoi bene. E non conosco, perché non l’ho vissuta, una dittatura. Non so cosa significhi vivere in un Paese che da un giorno a un altro vara le leggi razziali, in grado di modificare e stravolgere la vita quotidiana.”

Parole importanti quelle di Angela riguardo le leggi razziali e le loro ripercussioni sulla vita quotidiana di molti italiani nel 1943. “Leggi che fanno diventare improvvisamente il tuo vicino, il tuo negoziante che ogni giorno ti vende il pane, il tuo maestro, ma anche i tuoi genitori, e te stesso, cittadini diversi. Privati di tante libertà di base che noi consideriamo scontate. Persone normali, dunque, come voi e come me, a cui la società chiude le porte senza appello. E tutto intorno a loro, a parte qualche eccezione, c’è solo indifferenza e silenzio”.

 

La storia come emozione storica e non solo come semplice racconto di fatti

Una puntata interessante , preceduta da un post su un social network per poter raggiungere i tanti giovani che lo seguono su Facebook. Un post in cui fa leva sul fatto che molti non conoscano in maniera profonda e sensibile alcuni aspetti della nostra storia passata. In cui Angela non si è focalizzato sui fatti storici ma sul senso profondo dell’importanza che ha conoscere la nostra storia anche su un livello più empatico.

“Accadeva esattamente 80 anni fa, in un Paese come il nostro da sempre capace di accogliere a braccia aperte culture e religioni diverse. 
Da quel momento chi ha un credo diverso entra nel mirino dei persecutori, viene prima individuato, poi discriminato e infine catturato e mandato in un campo di sterminio.
Io non ho conosciuto tutto questo, come gran parte di voi. (…).”

Per questo, secondo Angela, è importante Raccontarla (la storia). Perché con l’alternarsi delle generazioni tutto viene stemperato e gradualmente dimenticato. Rimane solo nei libri. Ma non basta. Sono pagine terribili, ma troppo aride. E allora bisogna entrare in quelle pagine e farle parlare. Ritornare nei luoghi, ritrovare i portoni dove i nazisti hanno strappato mamme padri e bambini, salire nei vagoni per capire come hanno viaggiato per giorni infernali e infiniti, entrare nei campi di sterminio stringendoci a loro, nelle loro paure, nelle loro angosce, nel loro infinito amore per i cari dai quali erano stati separati, mostrando tutta la crudeltà inconcepibile di una macchina della morte messa a punto dai nazisti per cancellare la vita di milioni di persone. Capire come si cercava di sopravvivere, là dove la sopravvivenza non era prevista, e come tantissimi, la maggior parte, sono morti. Sono loro a chiederci di non essere dimenticati (ma come sarebbe possibile?) Per l’atroce destino che hanno subito. E anche perché il loro sacrificio possa salvare tanti innocenti in futuro”.

 

La memoria storica dei testimoni per non ripetere gli errori del passato

E proprio per raccontare e rivivere a pieno questi momenti bui della storia sono importanti le testimonianze di coloro che sono sopravvissuti o che hanno vissuto questi tragici momenti sulla loro pelle. Nel corso della puntata di Ulisse molte sono state infatti le testimonianze ed i racconti, perché “la memoria è il più potente vaccino contro gli abissi della Storia”.

La conclusione del post di Alberto Angela, si rivolge direttamente ai giovani, con un caloroso e quasi commosso appello. “(…) Voi siete più giovani e (…) in tantissimi ci seguite sui social, (…) spetta proprio a voi, giovani, prendere il testimone di questo capitolo incomprensibile della Storia per consegnarlo, integro, a chi verrà dopo di voi. Affinché la tragedia dell’Olocausto (così come tante altre tragedie della storia) venga ricordata e non si ripeta mai più. 

Un forte abbraccio a tutti
Alberto”