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Foto di Jerry Hartono su Unsplash

Per la prima volta nella storia, gli esseri umani hanno percepito un colore completamente nuovo, diverso da ogni altra tonalità finora conosciuta. Si chiama olo ed è stato generato artificialmente da un gruppo di ricercatori attraverso l’uso di un laser altamente sofisticato. Il risultato? Un’esperienza visiva descritta come “più intensa e luminosa di qualsiasi altra”.

Come nasce olo: il laser che inganna l’occhio

Il protagonista di questa scoperta è un dispositivo chiamato Oz, perfezionato da un team dell’Università della California. Il laser è stato progettato per stimolare selettivamente i coni M della retina — quelli responsabili della percezione della luce verde. Normalmente, la percezione dei colori avviene grazie all’interazione di tre tipi di coni (S, M e L), ma in questo esperimento è stato attivato solo un tipo, isolando una risposta visiva inedita.

Cinque partecipanti hanno riferito di aver visto un colore blu-verde sconosciuto, che nessun altro metodo aveva mai permesso di percepire prima. Il nome scelto per questo colore, olo, rappresenta una soglia tra ciò che conoscevamo e ciò che ora possiamo immaginare.

Una nuova frontiera della percezione visiva

Il colore olo non è riproducibile con schermi, vernici o pigmenti. È una creazione neurologica, non ottica. I partecipanti allo studio lo hanno descritto come un colore estremamente saturo, talmente intenso da risultare indescrivibile. Gli scienziati hanno confermato la sua unicità tramite test di confronto cromatico, in cui olo si è distinto nettamente da qualsiasi altra sfumatura standard dello spettro visibile.

Dal laboratorio alla clinica: le possibili applicazioni

Oltre alla portata teorica, questa scoperta ha implicazioni pratiche: il dispositivo Oz potrebbe in futuro aiutare le persone affette da daltonismo, stimolando specifici coni per ricreare tonalità che normalmente non riescono a vedere. È una speranza concreta per migliorare la qualità visiva di milioni di persone.

Il colore che ci ricorda che non vediamo tutto

Olo rappresenta una verità affascinante: la nostra visione del mondo non è oggettiva, ma filtrata dalla biologia. Se è bastata una lieve modifica alla stimolazione dei coni per rivelare un colore completamente nuovo, quanti altri aspetti della realtà ci stanno ancora sfuggendo?

Foto di Jerry Hartono su Unsplash