
L’influenza aviaria, comunemente associata agli uccelli, sta emergendo come una minaccia significativa per i grandi felini, inclusi tigri, leoni e leopardi, molti dei quali sono già in pericolo di estinzione. Recenti episodi segnalati in diversi zoo del mondo evidenziano come il virus H5N1, altamente patogeno, possa infettare non solo gli uccelli ma anche mammiferi di grandi dimensioni, causando gravi ripercussioni sulla loro salute. L’influenza aviaria ha già causato la morte di oltre 280 milioni di uccelli su scala globale, ma le recenti segnalazioni di contagio tra i grandi felini negli zoo confermano come il virus non si limiti più soltanto ai volatili.
Negli ultimi mesi, numerosi zoo in Europa, Asia e Nord America hanno registrato casi di influenza aviaria tra i grandi felini, con sintomi gravi come febbre alta, difficoltà respiratorie, apatia e, in alcuni casi, morte improvvisa. Questo fenomeno rappresenta una sfida per i programmi di conservazione, che già combattono contro la perdita di habitat e il bracconaggio. La mortalità dovuta al virus può ridurre drasticamente le popolazioni già esigue di queste specie, compromettendo gli sforzi per preservarle.
L’influenza aviaria sta uccidendo i grandi felini, minaccia per le specie in estinzione negli zoo
Il virus H5N1 si diffonde principalmente attraverso gli uccelli selvatici migratori, che fungono da serbatoio naturale. Tuttavia, negli zoo, il contatto diretto o indiretto con volatili infetti è spesso inevitabile. Gli uccelli acquatici presenti nelle vicinanze degli zoo, come anatre e cigni, possono contaminare l’ambiente con le loro deiezioni. I grandi felini, essendo carnivori, possono contrarre il virus consumando carne contaminata o entrando in contatto con superfici infette.
L’influenza aviaria nei grandi felini si manifesta con sintomi sistemici simili a quelli osservati negli uccelli, tra cui letargia, anoressia e difficoltà respiratorie. Tuttavia, la diagnosi è complessa poiché i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre infezioni respiratorie. Solo analisi di laboratorio, come il test RT-PCR, possono confermare la presenza del virus H5N1 nei campioni prelevati dagli animali infetti.
La diffusione dell’influenza aviaria tra i grandi felini solleva interrogativi importanti sulla gestione della salute negli zoo. Sebbene le misure di biosicurezza siano già stringenti, la crescente frequenza di epidemie richiede un rafforzamento delle strategie di prevenzione. Queste includono la vaccinazione degli animali a rischio, l’isolamento immediato dei soggetti sintomatici e il monitoraggio continuo degli uccelli selvatici nelle vicinanze.
Simboli della biodiversità terrestre
Tra le specie più minacciate vi sono le tigri di Sumatra e i leopardi delle nevi, che contano già poche centinaia di esemplari in cattività e in natura. La perdita di anche pochi individui a causa dell’influenza aviaria potrebbe avere un impatto devastante sulla loro sopravvivenza a lungo termine. Inoltre, l’alto tasso di mortalità osservato in alcune epidemie suggerisce che questi animali non abbiano una resistenza naturale al virus.
Per affrontare questa emergenza, è essenziale una collaborazione internazionale tra zoo, istituzioni accademiche e organizzazioni per la conservazione. Condivisione di dati, sviluppo di vaccini specifici per i mammiferi e protocolli uniformi di risposta alle epidemie sono passi cruciali per proteggere i grandi felini e altre specie vulnerabili.
Mentre l’influenza aviaria continua a espandersi, il tempo a disposizione per agire si riduce. Proteggere i grandi felini dalla minaccia del virus è una responsabilità globale che richiede risorse, ricerca e una vigilanza costante. Solo con uno sforzo concertato sarà possibile prevenire ulteriori perdite e garantire un futuro a queste maestose creature, simboli della biodiversità terrestre.
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