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Un team di scienziati ha scoperto che, come noi umani, anche i leoni sono sensibili al contagio dello sbadiglio. La scienza ha diverse spiegazioni del motivo per cui sbadigliamo, che possono essere raggruppate in due categorie: fisiologiche e comunicative. In altre parole, lo sbadiglio può essere il risultato di qualche fattore biologico, ma può anche svolgere un ruolo nel nostro comportamento sociale.

Ora, un team di scienziati dell’Università di Pisa, ha deciso di studiare questo comportamento nei leoni, poiché sono animali noti per popolare ambienti sociali altamente cooperativi e per svolgere attività di gruppo.

Per questo, gli scienziati hanno analizzato, per quattro mesi, due gruppi di leoni che vivono nella Makalali Game Reserve, una riserva naturale in Sud Africa. Il team, dunque, ha avuto modo di scoprire che quando un leone del gruppo sbadigliava, altri tendevano a farlo subito dopo.

 

Quando lo sbadiglio è contagioso

Tuttavia, questa non è stata l’unica azione che i grandi felini copiano gli uni dagli altri. I ricercatori hanno notato anche che, se un leone è contagiato dallo sbadiglio di un altro leone, tenderebbe anche a copiare altri comportamenti come stare in piedi e camminare.

Dal punto di vista degli scienziati, il cui studio è stato pubblicato il 16 marzo sulla rivista scientifica Animal Behaviour, questo comportamento può aiutare a sensibilizzare il gruppo su ciò che lo circonda (e suggerire che potrebbe aver fornito benefici simili ai primi esseri umani).

Andrew Gallup, un biopsicologo non coinvolto nello studio, ha affermato che in futuro gli scienziati potrebbero trovare altri esempi di sbadigli contagiosi in specie altamente sociali. Nel 2019, in un’intervista al New York Times, questo ricercatore ha spiegato che uno degli effetti biologici dello sbadiglio è il fatto che aumenta il flusso sanguigno al cranio, che può raffreddare il cervello e, di conseguenza, contribuire a rimanere vigili. D’altra parte, ha anche aggiunto che potrebbe facilitare il passaggio dal risveglio al sonno.

Nel 2014, un team di scienziati dell’Università di Tokyo, in Giappone, ha scoperto che anche i lupi sono sensibili al contagio degli sbadigli.