influenza australiana e stagionale
Foto di Ralph da Pixabay

L’influenza australiana, prevista come una delle varianti dominanti per la stagione influenzale 2024, ha attirato molta attenzione per via della sua elevata contagiosità e la possibilità di un impatto significativo sui sistemi sanitari di tutto il mondo. Ma cosa differenzia l’influenza australiana dall’influenza stagionale classica? I sintomi possono essere simili, ma ci sono sottili differenze che è importante riconoscere, specialmente per chi è un rischio di complicazioni.

L’influenza australiana è un ceppo di virus influenzale che ha origine in Australia e che, a causa dei flussi migratori e della globalizzazione, spesso si diffonde rapidamente nel resto del mondo. È una variante del virus influenzale di tipo A, nota per causare epidemie significative. Nel 2024, la variante H3N2 sembra essere la principale responsabile dell’ondata di influenza australiana, una variante già nota per provocare sintomi più gravi rispetto ad altri ceppi influenzali.

 

Influenza Australiana e Stagionale 2024: come riconoscere i sintomi e proteggersi

I sintomi dell’influenza australiana sono molto simili a quelli dell’influenza stagionale, ma in alcuni casi possono risultare più intensi. Le persone colpite possono manifestare febbre alta (spesso superiore ai 39°C), dolori muscolari molto forti, mal di testa, spossatezza estrema e tosse secca. Alcuni pazienti riportano anche sintomi gastrointestinali come nausea, vomito o diarrea, un aspetto meno comune nelle influenze stagionali classiche. L’impatto complessivo è spesso debilitante, costringendo chi ne è colpito a letto per diversi giorni, con un recupero lento.

L’influenza stagionale è causata da una combinazione di virus influenzali di tipo A e B, che circolano ogni anno, variando di intensità a seconda della composizione del vaccino e della risposta immunitaria della popolazione. Generalmente, i sintomi includono febbre (solitamente meno alta rispetto all’influenza australiana), dolori muscolari, brividi, congestione nasale, mal di gola e tosse. Sebbene possa causare un forte malessere, la maggior parte delle persone guarisce entro una settimana o dieci giorni.

La differenza principale tra l’influenza australiana e l’influenza stagionale è la gravità e la durata dei sintomi. Se i sintomi gastrointestinali sono più frequenti nell’influenza australiana, quelli respiratori sono predominanti nell’influenza stagionale. In entrambe le forme, però, i gruppi vulnerabili come anziani, bambini piccoli e persone con patologie croniche possono sviluppare patologie come polmonite, peggioramento di condizioni croniche (ad esempio, malattie cardiache o polmonari), o altre infezioni secondarie.

La vaccinazione annuale contro l’influenza rimane la misura preventiva più efficace per ridurre il rischio di infezione e complicazioni. Per il 2024, i vaccini includono sia le varianti del virus influenzale stagionale sia la variante H3N2 dell’influenza australiana. È particolarmente raccomandata per le categorie a rischio e per coloro che lavorano in ambiti sanitari, dove il contagio può propagarsi rapidamente. Sebbene il vaccino non garantisca un’immunità totale, riduce in modo significativo la gravità dei sintomi e la probabilità di complicazioni.

 

È fondamentale prevenire la diffusione dei virus influenzali

Oltre alla vaccinazione, è fondamentale adottare misure igieniche adeguate per prevenire la diffusione dei virus influenzali. Lavarsi spesso le mani, evitare di toccare il viso con le mani non lavate, e coprire la bocca e il naso con un fazzoletto o il gomitolo quando si tossisce o starnutisce sono abitudini che possono fare la differenza. Evitare luoghi affollati durante la stagione influenzale e stare a casa se si presentano sintomi influenzali può ridurre la diffusione del virus.

Per entrambe le forme di influenza, è importante riposare, mantenersi idratati e, in caso di febbre alta o dolori muscolari, assumere farmaci antipiretici e antinfiammatori su consiglio del medico. In alcuni casi, soprattutto per i soggetti a rischio, il medico può prescrivere antivirali specifici per ridurre la durata e la gravità dell’infezione. È fondamentale evitare l’uso di antibiotici a meno che non vi siano infezioni batteriche secondarie, in quanto l’influenza è causata da virus, e gli antibiotici non sono efficaci contro di essi.

Se i sintomi persistono per più di una settimana, o se si osservano segni di peggioramento come difficoltà respiratorie, dolore toracico, confusione o febbre persistente, è importante rivolgersi a un medico. Per le persone con patologie preesistenti, il monitoraggio attento e la consultazione tempestiva con un medico possono prevenire complicazioni gravi.

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