Il futuro della birra e del whisky sembra garantito grazie alla recente scoperta di importanti geni dell’orzo, responsabili della sua capacità di adattarsi a diverse condizioni ambientali. Questa scoperta è il risultato di uno studio durato quasi un secolo, avviato nel 1929 in California, prima della Grande Depressione.
L’orzo è un ingrediente fondamentale nella produzione di birra e whisky, ed è coltivato in tutto il mondo da almeno 12.000 anni. Nel corso del tempo, ha subito modifiche genetiche che gli hanno permesso di prosperare in ambienti molto diversi. Data la minaccia del cambiamento climatico, la capacità dell’orzo di adattarsi diventa cruciale per garantirne la produzione in futuro.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Science, ha identificato i geni che regolano i processi riproduttivi dell’orzo, consentendogli di fiorire nel momento più adatto per garantire la massima produzione di semi. Questo è essenziale in luoghi come la California, dove le piante devono fiorire prima che inizi la stagione secca, ma non troppo presto per evitare i danni del gelo.
Grazie all’accesso ai dati del progetto Barley Composite Cross II, iniziato nel 1929, i ricercatori hanno potuto tracciare l’evoluzione genetica dell’orzo e comprendere come si è adattato nel corso di 58 stagioni di crescita. Questo esperimento è stato un vero e proprio “viaggio nel tempo” che ha permesso di osservare i cambiamenti genetici dell’orzo in un periodo equivalente alla vita di un essere umano.
Questa scoperta apre la strada a ulteriori ricerche per comprendere come l’orzo possa continuare ad adattarsi alle mutevoli condizioni climatiche globali, assicurando così la sopravvivenza di due delle bevande più amate al mondo: la birra e il whisky.